'L’elezione di un giovane imprenditore come Stefano è un segnale forte per la nostra associazione – ha detto Fini – una figura professionale con una esperienza maturata nell’ azienda di famiglia, ma anche in ambito istituzionale per via degli incarichi ricoperti, anche a livello europeo'. Fini ha ricordato la situazione difficile che sta attraversando l’agricoltura nazionale ed emiliano romagnola.
Temi ripresi da Francia: 'dobbiamo affrontare una situazione critica su tutti i fonti – ha detto il neo presidente, eletto all’unanimità – a partire dalla prolungata siccità e soprattutto per il caldo torrido che sta mettendo a dura prova i produttori. I segnali sono già evidenti – prosegue Francia – come ad esempio per il pomodoro da industria, fiore all’occhiello della nostra regione. In questo comparto, viene segnalata una perdita produttiva di circa il 10 percento - precisa – ma ad essere colpita è anche la frutticoltura, altra eccellenza dell’Emilia Romagna'. Francia fa riferimento in particolare al comparto pericolo.
Il presidente Cia sottolinea che il cambiamento climatico sarà un fattore limitante di questo frutto: 'si presterà in futuro questo prodotto di qualità ad essere coltivato con questo clima?', si chiede Francia.
L’ondata di calore, che si protrarrà non fa altro che peggiorare la situazione. 'Se a rischio sono le colture estensive come mais e sorgo a causa della siccità, peraltro in molti casi già collassati, anche i Consorzi di bonifica, pur con l’impegno nel cercare di soddisfare le esigenze idriche, hanno adottato le turnazioni perché il Po è ai minimi storici'.
Infine Francia richiama il tema rincorrente della mancanza di mano d’opera, il rincaro dei mezzi tecnici ed energetici che sono quasi triplicati.