Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
C'è anche il ministro delle Imprese Adolfo Urso al tavolo al Mimit, a Roma, sulla Bellco di Mirandola. 'La vicenda riguarda l'unica impresa italiana che fa questi dispositivi medicali - ha detto Urso a quanto riportano i presenti - Alla notizia della chiusura, che ci avrebbe fatto perdere una delle produzioni tecnologicamente significative in un distretto così importante per il biomedicale italiano, abbiamo convocato il tavolo, per affrontare la questione e trovare una soluzione produttiva e industriale per uno dei siti più significativi e all'avanguardia d'Europa e con grandi capacità di internazionalizzazione'.
Al tavolo sono presenti i sindacati, i vertici dell'azienda, l'assessore al lavoro dell'Emilia-Romagna Vincenzo Colla, la sottosegretaria Fausta Bergamotto e il sindaco di Mirandola, Letizia Budri.
'Il ministero è fortemente intenzionato a presidiare i siti industriali del Paese e ad accompagnare ove necessari le riconversioni industriali, affinché l'Italia mantenga una produzione manifatturiera e industriale a cui non vogliamo rinunciare', ha assicurato Urso.

'La mia presenza oggi al tavolo voleva rappresentare non solo Mirandola, ma l’intero territorio perché i lavoratori di Bellco sono cittadini delle nostre comunità e l’impegno che ci siamo presi con i loro è quello di “esserci sempre”, per tenere più alta possibile l’attenzione, tanto nelle relazioni con la Regione e con il Ministero, quanto a livello di presenza mediatica' - ha detto la Budri.
'Abbiamo partecipato al tavolo ministeriale di crisi per la ex Bellco di Mirandola, e riteniamo sia fondamentale garantire la continuità di un presidio produttivo strategico per il Paese e il distretto Biomedicale di Mirandola. Un presidio garantito prima di tutto dai lavoratori e dalle lavoratrici, le cui professionalità rappresentano un patrimonio di grandissimo valore'. Così Andrea De Maria e Stefano Vaccari, deputati del Partito Democratico. 'La Regione Emilia-Romagna ha operato con grande efficacia, e il tavolo di oggi segue quello regionale, in vista della prossima convocazione del tavolo nazionale per il 17 settembre. Sarà fondamentale che, a tutti i livelli, le istituzioni operino in massima sinergia, come sta accadendo, e che l'attuale proprietà faccia fino in fondo la propria parte accompagnando il processo di reindustrializzazione e mantenendo l’impegno a non adottare iniziative unilaterali verso i dipendenti' - chiudono De Maria e Vaccari.
'Registriamo un avanzamento nel percorso aperto dagli accordo regionale del 26 giugno scorso, oggi pienamente confermato e rafforzato. Percorso che si sta iniziando a riempire di contenuti operativi, col supporto chiaro e forte confermato dal Ministero e dalla Regione Emilia-Romagna. Come ha detto il Ministro Urso e come sosteniamo da tempo c’è spazio per una reindustrializzazione di alta qualità, per il quale oggi è stato definito e condiviso il percorso futuro. Reindustrializzazione per la quale sarà importante la mappatura dell’advisor, della quale ci aspettiamo i primi elementi di novità già nel prossimo tavolo. Registriamo, infine, con favore il pieno sostegno del Ministero alla posizione delle organizzazioni sindacali e della Regione: il biomedicale è strategico per il futuro del Paese e dell’Europa, occorre proteggerlo e il Governo ha annunciato di voler fare fino in fondo la sua parte. Ora è chiaro a tutti che la battaglia che si sta conducendo per il futuro del sito di Mirandola riguarda non solo i 350 lavoratori Mozarc ma può scrivere una nuova e positiva pagina per il futuro occupazionale e produttivo di tutto il distretto biomedicale più forte d’Europa' - affermano Elena Petrosino (Filctem Cgil nazionale) e da Ivano Dalla Brea (Femca Cisl nazionale).
'E significativo che l’azienda oggi abbia accettato di mettere a disposizione gli asset ad un prezzo che favorisca l’ingresso di un acquirente con vocazione industriale appartenente al settore biomedicale, anche se dovesse essere un’azienda concorrente' - aggiungono Lisa Vincenzi (Filctem Cgil Modena) e Alberto Suffritti (Femca Cisl Emilia Centrale). 'Altro passaggio importante è stata l’attenzione rivolta ai lavoratori somministrati in servizio alla Bellco di Mirandola. Come hanno ricordato le categorie Nidil Cgil e Felsa Cisl, presenti al tavolo, le lavoratrici e i lavoratori somministrati sono circa 50, è essenziale che non vengano cambiati gli accordi sottoscritti con le agenzie e che la vertenza per la reindustrializzazione tenga insieme tutte le realtà occupazionali oggi in forza nell’azienda e nell’indotto. Comprese le attività in appalto'.
'Per assicurare alla ex Bellco un futuro solido si deve ripartire da un punto fermo: una reindustrializzazione del sito che garantisca continuità produttiva e ne salvaguardi l’occupazione, senza nessun altro atto unilaterale da parte della proprietà. E’ quanto avevamo definito al tavolo regionale del 26 giugno e che oggi è stato confermato, trovando la condivisione e il supporto del Ministero'.
Così l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla.
'Mi sembra che le istituzioni, assieme alle organizzazioni sindacali, condividano – ha aggiunto Colla - che occorra un percorso chiaro, con tempistiche precise, che non spengano la forza propulsiva dell’azienda affinché non si disperdano le competenze dei lavoratori e senza dissipare il valore aziendale oggi riconosciuto dal mercato. Condividiamo la richiesta del Ministero di una interlocuzione diretta da parte dell’azienda, dei suoi soci, con imprese del settore. Questo per accelerare il percorso e aprire una nuova fase per il futuro dello stabilimento e l’occupazione dei lavoratori -ha aggiunto Colla. – Ma abbiamo respinto come inaccettabile la richiesta dell’azienda di mettere sul tavolo il tema degli ammortizzatori sociali: per noi possono rappresentare un eventuale strumento di supporto, ma non un obiettivo da perseguire'.
La Regione, inoltre, ha chiesto certezze sul mantenimento a Mirandola del centro di ricerca 'che rappresenta una garanzia per trovare una soluzione industriale - ha aggiunto l’assessore. - Contemporaneamente è fondamentale capire dove sta andando il settore biomedicale e nello specifico il distretto di Mirandola, perché vediamo un rischio emulativo da parte di altre imprese, e le dinamiche delle multinazionali'. Infine, l’assessore ha ribadito al ministro Urso la questione del payback, 'che rischia di mettere in ginocchio tante realtà del settore'.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>