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Code infinite e disservizi, ma in Emilia Romagna va sempre tutto bene

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Siamo in un periodo di difficoltà e anche noi come il resto d'Italia, come in Lombardia, abbiamo problemi. Per non parlare della tragedia consumatasi nelle cra della Regione e certificata da Amnesty. Ma la solita propaganda cela questa realtà


Code infinite e disservizi, ma in Emilia Romagna va sempre tutto bene
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Non avendo una competenza specifica nelle materie scientifiche, non mi rimane che affidarmi, con misurata fiducia, a ciò che la scienza suggerisce attraverso i medici che si stanno occupando di studiare il nuovo virus. Mi sottoporrò dunque alla vaccinazione con la consapevolezza che al momento di alternative non ce ne sono, ma con la stessa consapevolezza che questa vaccinazione non risolverà tutti i problemi determinati dal covid. Sono gli stessi scienziati infatti ad affermare che la vaccinazione ha una copertura temporale limitata e che quindi tra qualche mese, così come avviene annualmente per il vaccino antinfluenzale, sarà necessario ripetere le somministrazioni. D'altra parte i virologi confermano che la copertura vaccinale non rende immuni dal virus e che pertanto, malgrado il vaccino, potremo comunque ammalarci anche se con sintomatologie inferiori e, fortunatamente, con percentuali decisamente ridotte di esiti letali.

Non solo: malgrado il vaccino sarà poi necessario continuare a portare la mascherina, mantenere il distanziamento sociale, mantenere quelle misure igieniche che sono diventate ormai da quasi un anno parte della nostra vita.

Ora in tutto questo io non trovo nulla di entusiasmante: semplicemente abbiamo una emergenza sanitaria e la affrontiamo con l’unico strumento che in questo momento sembra in disponibilità della scienza, in attesa che il tempo di per sè possa contribuire ad attenuare gli effetti della malattia.
Se questo è il quadro, è però evidente che assume un valore centrale la gestione organizzativa, la predisposizione cioè di una macchina in grado di vaccinare nel minor tempo possibile un grande numero di persone. Sfida complessa anche perchè l'Italia ha dimostrato di non essere un esempio esportabile di virtù quanto ad organizzazione ed economicità nell'affrontare le emergenze, basti citare le inchieste giudiziarie per gli scandali sulle commesse di mascherine.

Senza calcolare le difficoltà oggettive legate alle somministrazioni. Le dosi che arrivano a singhiozzo, gli incidenti di percorso. per usare un eufemismo, che ritardano la distribuzione del farmaco, la difficoltà di mettere in piedi una macchina organizzativa nuova, la formazione di personale adeguato per la somministrazione, gli ambienti idonei, le siringhe, i dispositivi di protezione per gli infermieri e molto altro...

Modena e tutta l'Emilia-Romagna è, dati alla mano, insieme alla Lombardia, la Regione più colpita dalla pandemia con un numero di morti e contagiati, anche gravemente, elevatissimo. Qui, come altrove, le difficoltà a cui ho fatto cenno, hanno determinato, nei punti vaccinali, il formarsi spesso di lunghe code. Persone anziane accompagnate, quelle che per prime sono state invitate a prenotarsi per il vaccino, in attesa per ore spesso in piedi. Problemi che si aggiungono a quelli legati a ritardi inconcepibili (soprattutto nella prima ondata) per effettuare un tampone o alle colonne di auto in attesa di un test nei famosi drive-through. Per non parlare della tragedia consumatasi nelle Cra emiliane, così come in quelle lombarde come certificato da Amnesty international.
Ebbene, nonostante questi e altri disguidi oggettivi, a Modena e in Regione è stata attivata la solita propaganda filo governativa, quella azionata sempre in tutte le situazioni critiche, quella frutto di una stretta e consolidata rete di potere, mai scalfita da decenni, che difende se stessa abbracciando tutti i nodi centrali del vivere comune ed emarginando con cura le voci dissonanti. Sia chiaro, non importa se tali distinguo provengono da destra o dalla sinistra: è l'indipendenza e l'essere fuori dal coro che viene arginato, proprio per non intaccare questa compatta testuggine. Ed è così che abbiamo ascoltato le quotidiane esternazioni di una amministrazione regionale pronta ad autocelebrare il proprio attivismo e a snocciolare primati autoprodotti. E' così che abbiamo visto i responsabili delle aziende sanitarie (non i singoli medici, loro sì costantemente al lavoro in silenzio) complimentarsi con i vertici istituzionali in un colloquio continuo fatto di reciproche assoluzioni. E' così che abbiamo visto novantenni intervistati, ai quali viene chiesto come hanno affrontato l’incognita vaccinazione i quali, tutti con grande entusiasmo, rispondono che non vedono l'ora di vaccinarsi, che è un piacere stare in piedi due ore, che starebbero in piedi anche cinque ore, tutti in fila, tutti ravvicinati, che non c’è nessun disagio perché questo è un grande risultato per la città e la Regione.

Ecco, mi chiedo perché a Modena, non sia possibile dire in serenità, che siamo in un periodo di difficoltà e che anche noi come il resto d'Italia, come in Lombardia, abbiamo problemi nell'organizzazione della somministrazione dei vaccini. Questa propaganda inutile e vuota che ormai non dovrebbe più convincere nessuno, è per me incomprensibile. Credo si possa, semplicemente, senza dover togliere o dare qualcosa a qualcuno, raccontare ciò che sta avvenendo attraverso i fatti e dire che a Modena e in Emilia Romagna non va tutto bene e che si vivono gli stessi problemi che gravano su altri territori. Perchè una realtà confezionata fasulla non serve a nulla e, anzi, contribuisce ad aumentare il senso di sfiducia e i tanti dubbi comprensibili che attanagliano i cittadini.

Cinzia Franchini

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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