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Qualcuno voleva Draghi perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche: lo esigevano tutti... Chissà, forse tra qualche anno - parafrasando Gaber - verrà descritta in questi termini la paradossale sbornia pro-Draghi che l'Italia sta vivendo.
Un Paese alla deriva che accetta l'umiliazione di un commissario europeo, perchè di questo si tratta, pur di salvare (ma poi sarà davvero così?) le penne nel contingente. Una politica morta e sepolta che - salvo la Meloni e poco importa sia di destra, sinistra o centro - non ha il coraggio di dire 'noi siamo italiani, noi siamo stati la culla del Rinascimento e non abbiamo bisogno di una bàlia'.
Un sistema dei media appiattito completamente sulle posizioni non tanto europeiste, quanto completamente succubi di un sistema che di italiano ha ben poco, per interesse o per quieto vivere, poco importa.
E' questo il quadro che abbiamo di fronte. E allora si scopre di essere un popolo che, come nella più classica sindrome di Stoccolma, finisce per amare chi gli toglie la libertà di scegliere, di sbagliare. Meglio ancora, chi toglie l'identità (che nulla ha a che vedere con l'indentitarismo) dell'essere Nazione.
Eh, ma dicono tutti, la situazione è drammatica ed è meglio affidare il Paese alle mani esperte di SuperMario (che comunque non risulta abbia mantelli tricolore sulle spalle) che in quelle scriteriate dei 5 Stelle. Vero. Ma il punto non è questo. Il punto non è uscire il meno peggio possibile da questa crisi, qui si discute di un presupposto che viene molto prima delle gestione della emergenza.
Il presupposto è appunto la libertà di una Nazione di definirsi tale, di autodeterminarsi e, facendolo, di sentirsi comunità. Con l'arrivo di Draghi si certifica un ulteriore passo verso il basso sul piano inclinato che sta portando all'azzeramento dell'autonomia italiana. Una deriva dalla quale non si torna indietro, in nessun caso. Ed è questa la cosa più grave, perchè da errori, da malagestioni, finanche da un fallimento ci si può rialzare. Ma alla privazione dell'Essere in quanto tale non ci sono rimedi.
Sia chiaro, il sovranismo non c'entra nulla, qui è una questione finanche banale. Quale altra Nazione europea avrebbe acconsentito in un momento di crisi, e con la possibilità di gestire un enorme capitale, ad essere commissariata senza colpo ferire dall'ex presidente della Bce? Nessuna. Solo l'Italia. L'Italietta. E la cosa sconvolgente è che il Paese non solo acconsente, ma ne è felice. Abbiamo Ronaldo, ha detto il numero 2 della Lega Giorgetti, riferendosi a Draghi. Ecco, abbiamo Ronaldo, ma abbiamo perso una intera squadra che non è quella striminziata ed effettivamente vergognosa che siede in Parlamento, ma è quella della quale ogni italiano si sentiva partecipe.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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