Assalto a portavalori con 2,5 milioni di euro: 4 arresti all'alba
Quattro uomini, pugliesi, sono le menti che scatenarono l'inferno sull'A1, la sera del 14 giugno, all'altezza del casello Modena Sud. A loro sono arrivati gli agenti della Squadra Mobile. Nell'assalto coinvolte 15 persone
I fatti risalgono al 14 giugno scorso. Intorno alle ore 20, il mezzo che trasportava 2,5 milioni di euro in contanti era stato avvicinato dal commando che viaggiava su diverse vetture, almeno 7, con a bordo persone travisate ed armate di mitra kalashnikov, usati per colpire a raffica la fiancata anteriore sinistra del mezzo blindato, provocando l’urto del mezzo contro il guardrail e contro il new jersey di cemento arrestandone, di fatto, la marcia.
Contestualmente nella stessa direzione di marcia sopraggiungevano altre quattro autovetture tutte risultate rubate poi date alle fiamme dagli indagati stessi.
I rapinatori oltre ad esplodere diversi colpi d'arma da fuoco avevano lanciato contro il furgone portavalori anche ordigni esplosivi mentre altri complici tentavano di aprire il lato posteriore del mezzo con un flessibile.
Contemporaneamente, sulla carreggiata autostradale opposta, a circa 5 km di distanza altri complici armati anch'essi di fucili mitragliatori esplodevano colpi d'arma da fuoco in aria bloccando le quattro corsie di marcia dando alle fiamme altre tre autovetture risultate anch'esse rubate.
Per ritardare l'arrivo delle forze dell'ordine e impedire l'accesso alla zona agli automobilisti i rapinatori avevano anche collocato sul manto stradale diverse bande chiodate causando così il blocco di entrambe le carreggiate di marcia dell'autostrada con conseguente interruzione della viabilità dalle ore 20 alle ore 4 del mattino del 15 giugno. Un vero e proprio inferno ma non sufficiente per arrivare all'obiettivo: il portavalori, che i malviventi non sono riusciti ad aprire. I portelloni del mezzo rimasero chiusi e il colpo tentato. Gli autori riuscirono a guadagnarsi la fuga a piedi nelle campagne circostanti, facendo perdere le loro tracce. Nessun furto e nessun ferito.
Gli arresti eseguiti dai poliziotti della squadra mobile di Modena e Foggia e del Compartimento della Polizia Stradale dell'Emilia Romagna, coordinati dal Servizio Centrale Operativo, sono stati eseguiti nelle province di Foggia e Verona mentre nelle province di Roma, Foggia, Mantova e Barletta-Andria-Trani sono stati eseguiti numerosi decreti di perquisizione disposti dall’Autorità Giudiziaria procedente nei confronti di soggetti individuati come parte del gruppo di 15 che parteciparono al colpo, bloccando l'autostrada e seminando il panico.
Le indagini: fondamentali anche le analisi delle impronte su biglietti autostradali
L'attività di indagine, con alto apporto di strumentazioni digitali e scientifiche, ha consentito di individuare nelle settimane successive al colpo, un capannone nelle campagna di Castelnuovo Rangone, preso in affitto ed utilizzato dal gruppo criminale per il deposito di numerosi mezzi rubati e successivamente impiegati nell'assalto. In uno di questi, trovato all'interno, era stato nescosto un fucile mitragliatore tipo Ak-47, risultato poi, all'esito delle indagini balistiche, quello impiegato dai rapinatori per esplodere i numerosi colpi d'arma da fuoco contro il furgone. Ma non solo. Le analisi della Polizia Scientifica di Bologna e Modena hanno consentito di rilevare le impronte digitali appartenenti ad uno degli arrestati sia all'interno del capannone utilizzato per costodire i mezzi prima della rapina, sia su un biglietto autostradale recuperato al casello di Cerignola Ovest dovo l'uomo in fuga si era recato a bordo di una autovettura con targa clonata.
Gli arrestati
Anche il secondo arrestato, colui che a bordo di un ulteriore autovettura con targa clonata aveva pedinato poco prima dell'assalto il furgone portavalori dall'uscita della sede della Coop Service all'altezza di Modena nord, avvisando il comando dell'ingresso in autostrada del bersaglio, è stato individuato attraverso accertamenti dattiloscopici su un biglietto autostradale opportunamente repertato e sequestrato.
Il terzo indagato, destinatario di misure in carcere, era già detenuto agli arresti domiciliari per altri episodi di tentata rapina aggravata commessa in provincia di Vicenza. E stato identificato come colui che aveva provveduto in prima persona nel mese di febbraio 2021 a prendere in affitto il capannone/deposito.
Il quarto indagato destinatarie della misura cautelare, l'ideatore principale dell'assalto, aveva già riportato numerose condanne per rapine e per la detenzione di porto d'armi impiegate nelle diverse rapine. Dei quattro indagati sottoposti a misura cautelare tre sono di origine di Cerignola e risultano già condannati in via definitiva per delitti di rapina aggravata. Il quarto indagato, dimorante in provincia di Verona, era già sottoposto agli arresti domiciliari per tentata rapina commessa. Di origine foggiana era già stato condannato con sentenza irrevocabile per i delitti di associazione a delinquere ricettazione bancarotta fraudolenta ed acquisto di monete false.
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