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Sanità, 20 indagati per forniture mediche irregolari: Ausl di Piacenza nella bufera

Sanità, 20 indagati per forniture mediche irregolari: Ausl di Piacenza nella bufera

L'assessore regionale: 'Irregolarità riscontrate negli appalti dell’Ausl di Piacenza che riguardano anche dipendenti dell’Azienda stessa'


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La Procura di Piacenza ha notificato a 20 persone, tra dirigenti, funzionari e dipendenti pubblici oltre che manager di alcune società private, anche multinazionali, 'altamente specializzate e operanti nel settore delle forniture di strumenti medico-diagnostici e di ausili ortopedici', avvisi di conclusione delle indagini preliminari, atti che solitamente preludono a richieste di rinvio a giudizio.
L'inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza, contesta a vario titolo i reati di peculato, turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente, esercizio abusivo di una professione e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, in relazione all'aggiudicazione di varie gare di appalto, del valore complessivo di sette milioni di euro e alla gestione corretta di fondi europei Pnrr per un totale di 17 milioni, per la realizzazione e l'ammodernamento di strutture sanitarie territoriali locali.
Dall'indagine, spiega la Gdf piacentina, è emerso 'un complesso e capillare quadro di anomalie, irregolarità, condotte abusive e omissive nella gestione, da parte dei responsabili dell'Azienda sanitaria, di diverse procedure per l'acquisto e l'affidamento di beni e servizi e per la realizzazione di strutture di comunità'.

Il commento

'Prendiamo atto della conclusione delle indagini della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica su irregolarità riscontrate negli appalti dell’Ausl di Piacenza che riguardano anche dipendenti dell’Azienda stessa.
Ribadiamo il pieno rispetto dell’operato della magistratura e confermiamo la doverosa piena collaborazione con gli organi competenti. A maggior ragione, la cura delle persone deve avere come prerequisiti fondamentali trasparenza, legalità e qualità dell'assistenza, né può essere la salute, bene pubblico, oggetto di frode e interesse'. Così l’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Massimo Fabi, commenta la notizia. 'Nell'ovvio rispetto del principio di presunzione di innocenza e delle tutele previste dall’ordinamento- conclude l’assessore-, la Regione agirà duramente e con fermezza qualora venissero accertate responsabilità penali o comportamenti non corretti a esito degli accertamenti giudiziari'.
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