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'Volevo ucciderla', l'arrestato non si pente: 'Se uscissi lo rifarei'

'Volevo ucciderla', l'arrestato non si pente: 'Se uscissi lo rifarei'

Una personalità disturbata quella dell'uomo di 40 anni, modenese, che martedì notte in via Graziani ha massacrato di botte una donna. Un rifiuto, all'origine del gesto


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Era convinto di averla uccisa e quello era il suo unico intento. Al punto da non pentirsi una volta arrestato dalla Polizia, ribadendo la volontà di farlo se lasciato libero. Magari massacrandola a calci e pugni. Proprio come ha fatto martedì notte, in via Graziani, in città. Dopo averla fatta cadere dalla bicicletta, mentre lei tornava a casa, in via Cilea. Per poi accanirsi su quel corpo di donna, steso a terra, con furia inaudita. Con una raffica di calci e pugni al volto, fino a provocarle fratture multiple multiple su tutta la faccia. Senza pietà. Lasciandola a terra in un bagno di sangue. Fino al punto di essere convinto di averla uccisa. Tanto da chiamare la Polizia e di dichiarare di averla ammazzata. E' una personalità disturbata, un carattere irrascibile, soggetto a scatti d'ira e reazioni violente anche per futili motivi, nel contesto famigliare quella del 40enne modenese, residente in zona Crocetta con la madre, che nella notte tra martedì e mercoledì, in via Graziani, in città, ha massacrato di botte con il dichiarato intento di ucciderla, una donna di 44 anni, modenese, residente nella stessa zona.

I due, entrambi disoccupati,  si erano conosciuti da poco, nel corso di serate con altri amici e conoscenti trascorse in contesti piuttosto degradati.
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Come nella serata di martedì. Non si sa se durante la serata o poco prima dell'aggressione la donna abbia rifiutato nuovamente le sue proposte, che nei giorni precedenti erano state inviate dall'uomo anche attraverso messaggi telefonici. Fatto sta che pare essere stato il rifiuto della donna ad avere scatenato la furia omicida dell'uomo. I particolari del fatto e le caratteristiche del soggetto che ha rischiato di ucciderla, sono state illustrate questa mattina in una conferenza stampa tenuta dal dirigente capo della Squadra Mobile Marcello Castello

Lei stava facendo ritorno a casa, in bicicletta, tra le 2 e le 3 di notte, quando l'uomo l'ha avvicinata, strattonata, fatta cadere dalla bicicletta, per poi accanirsi su di lei, su quel corpo a terra che non poteva difendersi. Colpendola ripetutamente al volto e al cranio. Fino a farla rimanere senza sensi, in bagno di sangue. A quel punto l'uomo chiama la Polizia, dice di avere ucciso una donna. Pochi minuti dopo lei riesce a muoversi e a trascinarsi fino al portone di una palazzina, suonare il campanello di un'abitazione e a dare l'allarme. Alla centrale operativa della Questura arriva una seconda chiamata che riporta in via Graziani.
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Da qui le indagini che poco dopo portano alla cattura dell'uomo, che vive solo, con la madre, che avrebbe descritto e confermato i problemi comportamentali del figlio. Che era stato sottoposte a colloqui e a visite psichiatriche oltre alla consulenza del Sert (come assuntore di sostanza stupefacente), ma che non seguiva alcun percorso di cura.


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