Un problema non nuovo, ma ancora irrisolto
Quella presentata oggi rappresenta solo un ulteriore tappa di un percorso di denuncia già iniziato negli anni scorsi, e che aveva portato ad una denuncia in procura e ad un primo decreto di condanna nei confronti di una azienda che opponendosi al provvedimento, aveva di fatto portato tutto a processo. Tuttavia, denunciano i firmatari, “nulla è cambiato”: i disagi permangono, anzi, sembrano essersi intensificati. L'esposto depositato in queste giorni non indica responsabilità e nemmeno soggetti in particolare ma fotografa una situazione ritenuta dannosa per i residenti chiedendo la documentazione relativa all'azione messo in campo per rispondere ai disagi.Numerose segnalazioni sono state già inoltrate agli enti competenti, tra cui ARPAE - Sezione di Modena, ma secondo i cittadini gli interventi finora effettuati non hanno sortito effetti concreti e duraturi.Gli esponenti, attraverso il proprio legale, l’avvocato Antonio Giardina, hanno inoltrato una richiesta formale di accesso agli atti, invocando la normativa in materia di trasparenza amministrativa e informazione ambientale (ex L. 241/1990). Chiedono copia della documentazione relativa ad eventuali ispezioni, controlli, provvedimenti, diffide, sanzioni, e verbali di tavoli tecnici che riguardino l’azienda in questione.“Una situazione di grave e protratto disagio ambientale, che incide direttamente sulla salute e sulla qualità della vita delle persone”, si legge nell’esposto. “È dovere degli enti preposti agire con tempestività e trasparenza per tutelare i cittadini”.Nell’atto viene citata ampia giurisprudenza penale a sostegno della tesi secondo cui emissioni maleodoranti di questo tipo possano configurare reato, in quanto idonee ad arrecare “molestia, disagio e turbamento della quiete”, con impatti negativi anche sulla salute psichica delle persone.

 
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