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Da Giovanardi alla Lega, il tradimento della Santoro

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In politica, in amore, nell'amicizia e negli affari nessuno può dire con certezza di non avere mai incontrato un Giuda


Da Giovanardi alla Lega, il tradimento della Santoro
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Luigia Santoro, consigliera comunale a Modena, subentrata all’onorevole Carlo Giovanardi che le ha lasciato il posto, e a pochi mesi da nuove elezioni, è passata dal Gruppo “Idea – Popolo e Libertà” di Carlo Giovanardi, alla Lega. Il Carroccio, non avendo ottenuto nessun consigliere comunale, chiude così la legislatura rappresentato da una voltagabbana. Nulla di nuovo. Chi non è mai stato tradito è un isolato. In politica, in amore, nell’amicizia e negli affari nessuno può dire con certezza di non avere mai incontrato un Giuda. Una stupida consuetudine popolare tende ad attribuire il tradimento a presunte incapacità o colpe del tradito, quando invece anche il più virtuoso degli individui può essere oggetto delle mascalzonate altrui senza averne responsabilità alcuna. Anzi, spesso il tradito è stato generoso e ha dato fiducia al suo traditore.

Il tradimento, in amore e negli affari, solitamente porta discredito al traditore e a sentenze del tribunale nei confronti di chi si è comportato in modo sleale. In politica, chissà perché, contrariamente a ciò che sovente accade, il tradimento porta onori, solidarietà, feste di compravendita, medaglie, trofei, e giubilo per il traditore acquisito a un nuovo movimento o a un altro partito politico. Nel 1958 don Primo Mazzolari, nella sua parrocchia a Bozzolo di Mantova, pronunciò un'omelia in favore di Giuda che divenne famosa. Attribuì il tradimento dell’apostolo all’opera di Satana che, come ha agito in Giuda, può agire anche dentro di noi se non stiamo attenti.

Il tradimento non va confuso con le legittime diversità di scelte consequenziali a mutamenti di situazioni avvenute nel tempo, che abbiano fatto maturare, alla luce di radicali trasformazioni sociali, economiche, sentimentali e altro ancora, scelte di cambiamento.

Non è questo il caso di Luigia Santoro, ma in quest’occasione la voglio “onorare” accostandola a personaggi illustri. Se scrivo che la prima traditrice della storia non è lei ma Eva (prima moglie di Adamo) con un peccato di gola, non prenda troppo sul serio il paragone: si tenga strette le sue mele senza distribuirle in giro, anche perché potrebbero avere i vermi o bigatti o beghi così come li chiamiamo noi modenesi e come li chiamava Ludovico Antonio Muratori.

Dal Risorgimento alla Repubblica il mutar di casacca, che è cosa diversa dal cambiare idea, si accompagna a personaggi illustri. Già molto prima del Risorgimento il tradimento aveva fatto le sue vittime. Giuda tradì Gesù, e Barabba fu preferito a Gesù. Pilato, disse: “Chi volete libero Barabba o Gesù?” La risposta fu Barabba. Può darsi che anche la Santoro abbia un popolo, magari leghista, che la assolve. Marco Giunio Bruto, con nobili intenti, ha tradito Giulio Cesare. E si può anche capire. Ma tradire Carlo Giovanardi che a Modena non ha mai governato, è più grave. Luigia Santoro mi lasci prendere per un momento le vesti di Marco Antonio e dire che: “Sono qui per comprensione verso Carlo Giovanardi, non a tesserne le lodi” “Tuttavia, egli non esitò a dare il suo scranno a Luigia Santoro in Consiglio comunale, assecondando un suo desiderio, in tempi non sospetti” “Il male che l’uomo fa gli sopravvive; il bene, spesso, resta sepolto con le sue ossa”.

E non mi dica Luigia Santoro che tradisce Carlo Giovanardi, e gli elettori, per troppo amore. Nell’opera Don Giovanni, a Don Alfonso Mozart e Da Ponte hanno fatto cantare: “È la fede delle femmine come l’Araba fenice, che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa.” Poi Don Giovanni va all’inferno e non si pente. “Questo è il fin di chi fa mal”. Luigia Santoro potrebbe essere destinata all’inferno anche se oggi è accolta con giubilo dalla Lega. La Lega è il partito che ho votato perché concordo sulla necessità di un cambiamento: non devono esserci clandestini, anche se io non definirei mai la condizione del clandestino, una pacchia. Una pacchia è la mia pensione e lo stipendio di tutti i deputati. Concordo con la Lega sulla legittima difesa dalla violenza e ritengo che difendersi debba sempre essere ammesso; concordo sulla certezza della pena, l’abolizione dei tanti sconti della stessa; su un diverso ruolo dell’Italia in Europa, e altro ancora. Con Salvini condivido diversi temi e concordo con il respingimento del barcone negli ultimi giorni. Tutto questo, però, con l’accoglienza in pompa magna dei voltagabbana ha poco a che fare. I voltagabbana sono personaggi assai diversi da quelli che cambiano opinione nei tempi lunghi e per convincimenti che escludono soluzioni d’interesse personale.

E’ positivo che nella Lega siano stati superati i tempi di Bossi e Rosi Mauro. I traditori dell’epoca moderna non hanno avuto gran fortuna. Lo conferma il voltafaccia di Fini, sdoganato a suo tempo da Berlusconi. Non vorrei che la Lega, anche se non ne faccio parte, ma che ho votato, finisse per diventare uno spogliatoio per il cambio di casacca come quello che ha ospitato i vari Scilipoti, gli Alfano o le varie Beatrice Lorenzin. Questi spogliatoi piacciono al Pd ma fanno solo dei Casini. Poi c’è già un partito dell’accoglienza transfughi. Basta pensare a Dario Franceschini e al suo Pd. Franceschini è passato dal Ppi, alla Margherita e poi all'Ulivo, quindi al partito veltroniano, sottosegretario con D'Alema, ministro con Letta, Renzi e Gentiloni. Ha una storia simile a quella della Lorenzin che porta appunto dei Casini di cui, a parte il Pd, nessuno dovrebbe sentire il bisogno.

Adriano Primo Baldi


Redazione Pressa
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