Italpizza
La Pressa redazione@lapressa.it Notizie su Modena e Provincia
Logo LaPressa.it
Facebook Twitter Youtube Linkedin Instagram Telegram
e-work Spa
articoliPolitica

La fine dell'Occidente

Data: / Categoria: Politica
Autore:
La Pressa
Logo LaPressa.it

Quando la nascita di un Paese è incerta, dubbiosa a causa di una storia incompleta, allora si spalanca la porta al caos che precede la fine


La fine dell'Occidente
Paypal
Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente. Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.

Prendo spunto da un editoriale pubblicato dal Senatore Andrea Cangini di Forza Italia, già direttore del Resto del Carlino QN, e pubblicato su un quotidiano nazionale, per alcune riflessioni. Ecco il suo passaggio: «Rimuovere i traumi nazionali, tacere la dimensione tragica della Storia, sostituire le “analisi veritiere” con rappresentazioni di comodo: sono questi i tre errori capitali che impediscono alla società Italiana di maturare e ad un Occidente tornato bambino di arrestare la propria, innegabile, decadenza».

Le menti non assuefatte al “pensiero unico” non hanno mai accettato acriticamente la narrazione del Ventennio fascista e della Resistenza, ma si sono volte a cercare altre fonti per elaborare un proprio pensiero, chiudere definitivamente i conti con il passato e volgere lo sguardo al futuro con una diversa e più matura saldezza nei valori condivisi.

Questa divisione del tutto italiana tra Guelfi e Ghibellini, non ha consentito il fortificarsi di quell’orgoglio d’appartenere ad una comunità, alla sua storia, alle conquiste di civiltà che ha maturato nei secoli, che non risuona con uguale forza in ognuno di noi. Le nostre radici affondano quindi in un terreno insicuro e mutevole e lo scontro che divide è sempre presente e impedisce di crescere come si potrebbe.

Chi ha una simpatia per le posizioni di sinistra, bollerà questa ricerca della verità storica ove possibile come il solito desiderio di revisionismo, che tende a riabilitare e giustificare alcuni aspetti del fascismo. Eppure, molti sono gli esponenti politici, che non possono essere ascritti nelle file dei “nostalgici”, che preferiscono la verità, bella o brutta che sia, ad una narrazione epurata da ciò che non conferma l’ideologia d’appartenenza.

E così, nella Sinistra si presentano due posizioni: quella di Veltroni, che afferma «Il fascismo non è stato un semplice incidente della storia, un regime autoritario che governava contro il popolo. Il fascismo ha goduto di un ampio, diffuso, radicato consenso nel Paese. Rimuoverlo e cancellare l’analisi veritiera e onesta della sua natura, ha reso fragili le basi della nostra democrazia» e del nuovo Rettore dell’Università per gli Stranieri di Siena, che critica l’uso politico delle foibe e ne minimizza la drammaticità e le responsabilità dei partigiani comunisti italiani e titini . In fondo, si calcola che “solo” 5000 persone finirono nelle spaccature della montagna e istituire la “Giornata del Ricordo delle Foibe” in evidente opposizione a quella della “Memoria della Shoah” «rappresenta il più clamoroso successo di questa falsificazione storica» propagata dalla destra nostalgica.

Resta il fatto, che queste diverse verità non hanno consentito al popolo italiano di metabolizzare il trauma di una sconfitta, quella della Seconda Guerra Mondiale, e di una guerra civile con luci e ombre nella quale è palese, appunto per chi cerca la verità, l’azione non solo contro i nazisti e i fascisti, ma anche quella per assumere immediatamente il comando dell’Italia futura; questa azione fu interrotta per volontà degli Alleati, che non intendevano regalare all’influenza dell’URSS la posizione strategica dell’Italia, poiché i due blocchi si stavano già delineando, così come le sorti del mondo.

Emblema di questo pensare a chi avrebbe governato l’Italia a guerra finita, è nella fine di Mussolini, che segnava di fatto la fine del fascismo. Nel testo dell’Armistizio sottoscritto l’8 settembre con gli Alleati, il Duce e sodali dovevano essere consegnati alle forze alleate, che avrebbero istituito un processo a carattere internazionale contro di loro per valutare i crimini commessi. Sarebbe stata la Giustizia, con tutte le garanzie per gli incriminati, ad assolvere o condannare i gerarchi e il loro capo supremo. Gli Stati Uniti pensavano già al processo di Norimberga due anni prima che si concludesse il conflitto e, soprattutto, a ciò che avrebbe consentito alla Germania e all’Italia di aprire un nuovo capitolo della propria storia senza i fantasmi del passato.

Il Partito Comunista decise diversamente, freddando Mussolini con una sventagliata di mitra, trasportando il cadavere a Milano, a piazzale Loreto, per esporlo alla ferocia della gente e impiccandolo alle travi di un distributore di benzina. A tutti doveva essere chiaro chi aveva scritto eroicamente la parola fine sul fascismo e meritava di reggere le sorti della nuova nazione.

Anche gli Stati Uniti hanno nel tempo perso quell’ideale che nasce dalla loro storia d’essere la più grande democrazia, che si oppone all’oscurantismo delle dittature, qualunque sia il colore al quale appartengono. L’America, che nacque a Pearl Harbor contro il nazifascismo, non esiste più, come non esiste più quell’unità d’ideali nella diversità che la distingueva da tutti. Ecco perché il suo ritiro dai vari punti caldi della Terra iniziata in Somalia, che non deve essere spiegata con sole ragioni di costi: «Non ha più la forza morale e la tenuta sociale per sopportare la morte di propri soldati in guerra», scrive il Senatore Cangini. Le bare avvolte nella bandiera non sono più quelle di eroi morti per una giusta e nobile causa, ma quelle di giovani vite recise per ragioni discutibili e, comunque, non all’altezza dell’estremo sacrificio richiesto.

Un esempio di questa nuova posizione è il disimpegno dall’Afghanistan, che prevedeva 16 mila contractors a sostituire i marines. I mercenari sono soldati di ventura, che mettono a disposizione le loro armi per chi li assolda, al di la dei principi morali e delle finalità. A difendere l’Afghanistan dalla furia talebana non dovevano più essere i soldati di una nazione, ma professionisti della guerra: le loro bare non tornano a casa avvolte in una bandiera e non fanno scendere l’indice di gradimento. Sono i rischi di un mestiere e possono essere accettate.
Il costo per la lotta alla pandemia, e la crisi economica derivata dai lockdown, ha obbligato l’Amministrazione americana ad un risparmio e i contractors non sono partiti, consentendo ai talebani di vanificare in brevissimo tempo gli sforzi di vent’anni. L’Italia piange cinquantaquattro morti inutili e l’America molti di più: vite falciate anche in seguito agli ultimi attacchi terroristici.

Tutto ciò esprime la decadenza di una nazione, la nostra, e di un’intera civiltà, quella occidentale, perché quando la nascita di un Paese è incerta, dubbiosa a causa di una storia incompleta, quando la sua identità, come i suoi valori fondanti, non sono universalmente riconosciuti o si sono dissolti nel tempo, come nel caso dell’America, allora si spalanca la porta al caos che precede la fine, la trasformazione in altro sotto la spinta di chi ha radici più salde e obiettivi precisi.

Massimo Carpegna

Massimo Carpegna
Massimo Carpegna

Visiting Professor London Performing Academy of Music di Londra. Docente di Formazione Corale e del master in Musica e Cinema presso Istituto Superiore di Studi Musicali Vecchi Tonelli..   Continua >>


Onoranze funebri Simoni

Acof onoranze funebri
Politica - Articoli Recenti
‘Bonaccini fugge in Europa e lascia..
Bargi stigmatizza la scelta di Bonaccini di abbandonare tutto per ‘un suo tornaconto ..
21 Aprile 2024 - 15:54
Voto a Modena, ecco il programma di ..
‘Abbiamo lavorato su tredici punti concreti che diano un cambio di passo sempre più ..
21 Aprile 2024 - 15:48
Fuga di Bonaccini e voto anticipato: ..
'Continuerò a fare il presidente della Regione Emilia Romagna fino alla fine del mandato, ..
21 Aprile 2024 - 11:13
Regionali, dopo la fuga di Bonaccini ..
'In Emilia-Romagna possiamo costruire un progetto progressista che metta al centro ..
20 Aprile 2024 - 19:40
Politica - Articoli più letti
Ferocia green pass, ora vivere in ..
Se regole irrazionali che nulla hanno a che vedere con la pandemia (che pur esiste sia ..
03 Febbraio 2022 - 07:40
Follia super Green pass: ora per i ..
Gli under 50 pensano non è un problema loro, i vaccinati si sentono al sicuro e gli over 50..
13 Febbraio 2022 - 08:38
Orrore Green Pass: noi non ..
Noi proveremo per voi compassione e fastidio, pietà e nausea. Ma non vi perdoneremo. Come ..
26 Gennaio 2022 - 11:21
Sport vietato ai 12enni senza super ..
L'Italia del premier osannato come il cavaliere bianco in grado di evitare il default, lo ha..
23 Gennaio 2022 - 10:58