Opinioni Parola d'Autore

Taser, ecco perché è giusto promuoverne l’utilizzo per le forze di polizia

Taser, ecco perché è giusto promuoverne l’utilizzo per le forze di polizia

L’incolumità degli operatori di polizia è importante così come quella della cittadinanza


3 minuti di lettura

Spazio ADV dedicata a Udicon
Spazio ADV dedicata a APP LA PRESSA
Operare on the road significa operare real time. Non ci si può dimenticare di questo quando si ragiona di strade e di taser. Ma, soprattutto, non ci può dimenticare del fatto che anche l’incolumità degli operatori di polizia è importante. Non meno di quella della persona e della cittadinanza
Infiamma la polemica.
E l’affaire Carabinieri-taser s’ingrossa.
Perché, dopo il cinquantasettenne di Olbia, sabato sera, a perdere la vita in identiche circostanze, domenica pomeriggio, è stato un quarantunenne di Genova.
Con conseguente apertura, anche a carico degli operatori di polizia liguri, d’un procedimento penale per omicidio colposo.
Due morti.
Quattro Carabinieri indagati.
E fiumi di parole-social.
Per dire basta.
Basta all’utilizzo, da parte delle forze dell’ordine, del taser.
Perché il taser non sarebbe un giocattolo.
Rewind: chi l’ha mai considerato tale?
Diciamolo più chiaramente: chi l’ha mai usato come se lo stesso fosse tale?
Chi l’ha mai estratto, insomma, a cuor leggero?
Il taser è un’arma.
Che, tendenzialmente non letale, letale ben può diventare se usata contro persone affette da pregresse fragilità psico-fisiche.
Di questo, credo, gli operatori di polizia sono, tutti, perfettamente consapevoli.
Non a caso, esistono specifici protocolli in materia.
Spazio ADV dedicata a Paolo Ventura

La cui ottemperanza, per quel che qui importa, dovrà essere giustamente vagliata dalle procure della Repubblica di Tempio Pausania e di Genova.
Ma ciò non toglie – questo è il punto – che ragionare di strade e di taser su queste basi non sembri, oggettivamente, corretto.
Operare on the road significa operare real time.
E, mentre, in tribunale, le cose vengono ricostruite in chiave statica – vale a dire a bocce ferme –, on the road, gli operatori di polizia si trovano costretti ad operare in chiave dinamica, dovendo fronteggiare, real time appunto, pericoli seri e concreti.
Ora: mentre bilanciare correttamente tra loro l’incolumità della persona, l’incolumità della cittadinanza e l’incolumità degli operatori di polizia in chiave statica è spesso agevole, altrettanto spesso disagevole, oggettivamente, è fare ciò in chiave dinamica.
Proprio perché, come si diceva poc’anzi, operare on the road significa operare real time.
Ma bilanciare correttamente tra loro l’incolumità della persona, l’incolumità della cittadinanza e la propria incolumità è ciò che, pur operando in chiave dinamica, anche gli operatori di polizia devono necessariamente fare.
Di qui, appunto, l’esistenza di specifici protocolli in materia, pensati proprio per aiutare a pensare chi si trova quotidianamente costretto a bilanciare in corsa sì importanti valori in gioco.
Di qui, prima ancora, l’esistenza di plurimi strumenti posti a disposizione degli operatori di polizia – spray
Spazio ADV dedicata a Società Dolce: fare insieme
al peperoncino, bastone estensibile, taser, pistola semiautomatica – nell’ottica di consentire loro di graduare il proprio intervento, correttamente bilanciando tra loro l’incolumità della persona, l’incolumità della cittadinanza e la propria incolumità seppur on the road e, dunque, real time.
Concludo: se per bilanciare correttamente tra loro l’incolumità della persona, l’incolumità della cittadinanza e l’incolumità degli operatori di polizia in chiave dinamica è di taser che appare opportuno ferire, è semplicemente giusto che gli operatori di polizia procedano in questi esatti termini.
Perché, se l’incolumità della persona e l’incolumità della cittadinanza rappresentano certamente valori importanti, valore altrettanto importante è certamente rappresentato altresì dall’incolumità degli operatori di polizia.
Guido Sola
Foto dell'autore

Laureato in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Dottore di ricerca in Scienze penalistiche presso l’Università degli Studi di Trieste. Già assegnista di ri...   

La Pressa
Logo LaPressa.it

Da anni Lapressa.it offre una informazione indipendente ai lettori, senza nessun finanziamento pubblico. La pubblicità copre parte dei costi, ma non basta. Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci segue di concederci un contributo. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, è fondamentale.

Articoli Correlati