Durissima la posizione dei capigruppo dell’opposizione. Pietro Vignali, per Forza Italia, ha parlato di una legge “debole nei presupposti e confusa negli strumenti”, destinata a produrre effetti nefasti su turismo, commercio e indotto. A suo avviso, penalizza i piccoli proprietari e non risolve il problema abitativo, colpendo soprattutto famiglie e pensionati che utilizzano gli affitti brevi per integrare il reddito. Marta Evangelisti di Fratelli d’Italia ha rincarato la dose, definendo il provvedimento “inefficace e con profili di incostituzionalità”, frutto di un approccio frammentario che rischia di generare conflitti tra cittadini ed enti locali. Anche la Lega, con Tommaso Fiazza, ha contestato la mancanza di dati e valutazioni economiche, lamentando il rigetto degli emendamenti presentati per ridurre i danni, come l’esclusione degli alloggi aziendali o la limitazione degli effetti retroattivi. Elena Ugolini di Rete Civica ha infine sottolineato le contraddizioni interne al testo, che a suo giudizio finiranno per alimentare contenziosi e penalizzare chi è già in regola.
Di segno opposto la lettura della maggioranza. Il Partito Democratico ha rivendicato la legge come uno strumento necessario per dare ai Comuni la possibilità di governare un fenomeno che, in assenza di regole nazionali, rischia di destabilizzare le città. “La casa è la sfida del nostro tempo – hanno dichiarato i consiglieri dem – e con questo testo vogliamo difendere il diritto all’abitare, tutelando al tempo stesso il turismo e la vivibilità urbana”. Per il PD, la norma nasce dal confronto con i territori e recepisce la pronuncia della Corte Costituzionale sulla legge toscana, confermando la legittimità dell’intervento regionale.
Accanto al PD, Alleanza Verdi Sinistra ha sottolineato con forza il valore politico e sociale del provvedimento. Simona Larghetti, capogruppo e relatrice di maggioranza, ha spiegato che la legge afferma un principio semplice ma decisivo: la casa è prima di tutto un bene essenziale e non può essere lasciata esclusivamente alle dinamiche di mercato. “Il turismo è una risorsa – ha detto – ma va governato affinché non produca disuguaglianze e svuotamento dei centri urbani”.
Il testo approvato prevede un regime transitorio chiaro: nessuna retroattività e continuità per le attività già autorizzate, con adeguamenti graduali entro tre anni. Le nuove regole si applicheranno solo alle nuove attività, riportando la locazione breve dentro una cornice urbanistica trasparente. Paolo Burani, consigliere di AVS, ha sottolineato come le piattaforme tendano a concentrare l’offerta dove il profitto è immediato, senza valorizzare le aree interne né produrre occupazione stabile. Regolare, ha detto, significa difendere un’idea di turismo più sostenibile e duraturo. Paolo Trande ha aggiunto che “le città non sono mercati, sono comunità” e che quando l’equilibrio salta è compito delle istituzioni intervenire, senza timore di eventuali impugnative.
Il dibattito ha così messo in luce due visioni contrapposte.

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