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Aggressione Magreta: sul cambio di passo nell'accoglienza minori stranieri, Consiglio diviso

Aggressione Magreta: sul cambio di passo nell'accoglienza minori stranieri, Consiglio diviso

Le risposte dell'assessore Camporota non soddisfano l'opposizione, mentre la maggioranza auspica un intervento dal governo


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Il caso del minore straniero accusato di tentato omicidio e violenza sessuale a Tabina di Magreta ha scosso la comunità e animato un acceso dibattito nel Consiglio Comunale di Modena.
L’interrogazione consiliare, presentata dall’opposizione, ha portato alla luce diverse visioni su responsabilità amministrative e criticità nel sistema di accoglienza.Giovanni Bertoldi, capogruppo Lega Modena ha espresso forte insoddisfazione per la risposta fornita dall’assessora Alessandra Camporota, definendola 'burocratica e priva di soluzioni concrete'. Secondo Bertoldi, l’amministrazione avrebbe dovuto fornire un piano dettagliato per rivedere il sistema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, al fine di prevenire episodi di violenza come quello di Magreta. 'Il diritto alla riservatezza del minore non può prevalere sul diritto alla sicurezza dei cittadini,' ha dichiarato, sottolineando la necessità di una revisione immediata dei criteri di vigilanza e integrazione. Questo tragico caso deve rappresentare un'occasione per riflettere su cosa non va in questo sistema di accoglienza e per fare sapere in maniera trasparente ai cittadini come vengono impiegate le risorse pubbliche. Se pensiamo che a fronte di 76.000 euro spesi per l'accoglienza dell'aggressore, il risultato è questo, allora c’è di cui riflettere”.Piergiulio Giacobazzi, Capogruppo Forza Italia, ha incalzato la Giunta, chiedendo che il Comune si costituisca parte civile nel processo contro il giovane accusato.
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Per il capogruppo forzista, questo rappresenterebbe un segnale chiaro di assunzione di responsabilità da parte dell’amministrazione. Giacobazzi ha criticato duramente il sistema di accoglienza, accusandolo di essere ormai 'pilotato più dal portafoglio che dall’interesse per l’integrazione'. Ha inoltre sollevato il tema dei costi: '76.000 euro di spesa per l’accoglienza dell’aggressore, e il risultato è questo. Bisogna riflettere.'
Maggioranza e opposizione: visioni contrastanti La costituzione di parte civile nei confronti del soggetto potrebbe essere un piccolo ma importante segnale coerente anche con la volontà dichiarata di un impegno per la tutela dei cittadini, della comunità e dello stesso ospite. Vogliamo che l'Amministrazione vada al di là delle semplici parole di circostanza. Serve inoltre un segnale rispetto ad un sistema di accoglienza in cui le cose non funzionano, un sistema di accoglienza che oggi agisce sempre di più seguendo il portafoglio. Un sistema di accoglienza che si è trasformato in peggio negli anni, dove l’attenzione alla persona e ai più fragili, ora risponde più al commercialista che all'attenzione per il prossimo”. Nel corso del dibattito, anche esponenti della maggioranza hanno preso posizione.
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Luca Barbari (Pd) ha sottolineato che 'i processi non si fanno in Consiglio Comunale', ribadendo la necessità di garantire un sostegno alla vittima e di non cadere in generalizzazioni sulla gestione dei minori stranieri.
Giulia Ugolini ha evidenziato come il flusso crescente di arrivi abbia messo a dura prova il sistema di accoglienza, creando nuove criticità nella gestione dei giovani. 'Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli aspetti problematici tra i ragazzi accolti, anche a causa della mancanza di posti disponibili e dell'insufficienza di risorse adeguate,' ha affermato.Martino Abrate (Alleanza Verdi e Sinistra) ha messo l’accento sulle condizioni difficili da cui provengono molti minori stranieri, spiegando che spesso la violenza nasce da profonde fragilità personali. 'Non è scontato che l'affidamento a famiglie parentali sia sempre la soluzione giusta,' ha dichiarato, chiedendo un maggiore coordinamento tra i servizi locali e lo Stato per evitare episodi simili. Paolo Ballestrazzi (Pri-Azione-Sl) ha invece posto l’accento sulla reale efficacia del sistema di inclusione. 'Se pensiamo solo in termini di accoglienza, dobbiamo anche chiederci quanti, tra quelli che arrivano, abbiano davvero il desiderio di essere inclusi,' ha sottolineato.Infine, Stefano Manicardi (PD) ha suggerito che il dibattito dovrebbe essere portato avanti anche a livello parlamentare, per una revisione più ampia delle politiche di accoglienza.
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'È un confronto che andrebbe affrontato su scala nazionale, con un impegno concreto da parte del Governo affinché si faccia carico di un tema così complesso.'Grazia Baracchi (Spazio Democratico) ha tenuto a chiarire che nessuno, in Consiglio né in Giunta, ha sottovalutato la gravità dell’episodio: “Fin dal primo momento c'è stata vicinanza alla donna vittima dell’aggressione, e non è intenzione di nessuno minimizzare l’accaduto”. Baracchi ha poi sottolineato come la risposta dell’assessora abbia messo in luce alcune criticità del sistema, in particolare la presenza di “buchi normativi” e la mancanza di aggiornamento delle leggi rispetto alla crescita dei flussi di Msna. Per la consigliera è necessario evitare risposte ideologiche o slogan semplicistici, puntando invece a una “lettura accurata dei numeri e delle disfunzioni del sistema”.Anche per Giovanni Silingardi (M5s) “serve un’analisi seria e puntuale delle cause che stanno alla base di questi fenomeni”. Ha ribadito che il tema non consente scorciatoie politiche, né è utile il gioco dello “scaricabarile” sulle competenze: “Alcuni di questi minori commettono reati, ed è fondamentale chiarire a chi spettano le responsabilità in termini di prevenzione e di repressione: se chiediamo un cambio di passo all’amministrazione, dobbiamo anche dire con precisione che cosa dovrebbe fare in più rispetto a oggi, evitando semplificazioni e retorica”.Paolo Ballestrazzi (Pri-Azione-Sl) ha invitato a una riflessione critica sulla reale efficacia del modello attuale: “I dati illustrati ci devono far riflettere: se pensiamo solo in termini di inclusione, dobbiamo anche chiederci quanti, tra quelli che arrivano, abbiano davvero il desiderio di essere inclusi”. Il nodo, secondo il consigliere, non sta tanto nella carenza normativa o di risorse, quanto nella capacità stessa del sistema di offrire un percorso di integrazione credibile e funzionante.In replica, il consigliere Rossini ha riconosciuto l’ampiezza della risposta dell’assessora, ma ha espresso insoddisfazione per la mancanza, a suo avviso, di una piena assunzione di responsabilità da parte del Comune: “La Regione”, ha ricordato, “si è assunta l’onere di verificare eventuali criticità nel sistema di accoglienza modenese, così come emerso da un’interrogazione presentata in Regione su questo tema dal nostro gruppo. Oggi invece abbiamo ascoltato una risposta molto distante da quella data dall’assessora regionale Conti”. Rossini ha quindi sottolineato come le linee di indirizzo comunali su chi opera nel sistema di accoglienza siano ormai datate e andrebbero aggiornate, e parlando dei contributi erogati alle comunità ha sostenuto che “le risorse ci sono, bisogna verificare se ci siano fragilità oggettive nelle comunità che le ricevono”.
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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