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La Modena futura prospettata con oltre 200.000 abitanti non è diventata tale nella realtà. E contestualmente nonostante la riduzione del numero di componenti dei nuclei familiari, è aumentato il numero di alloggi non utilizzati disponibili. Dati che portano a dedurre che la necessità di costruire nuovi alloggi in città non è più priorità.
I dati emersi in questi giorni da documenti e da ricerche ufficiali su un tema che soprattutto col caso Vaciglio è tornato alla ribalta, non solo confermano la presenza di una media di 15.000 alloggi non utilizzati, ma la loro costante crescita. Dopo i dati diffusi dall'ex Assessore (ed oggi Presidente del Consiglio Comunale) Francesca Maletti), che registravano, nel 2014, circa 15.000 alloggi che per diversi motivi (compreso la necessità di essere ristrutturati) non erano disponibili, la conferma di una tendenza al rialzo arriva prima, nel 2011, dai dati del censimento nazionale (che calcolava per Modena 13.
897 alloggi eccedenti rispetto alle famiglie), e dopo, nel 2017, da quelli del Sunia (che parlava di circa 17.000). Un rialzo costante che ha segnato un + 3.000 alloggi in 6 anni. Tendenza che smentisce di fatto le previsioni della Modena Futura ed inverte la prospettiva del bisogno di nuove case e del consumo di suolo. Tanto più che tutti i dati (dal 2011 ad oggi), si riferiscono ad alloggi esistenti, potenzialmente utilizzabili, e non tengono conto delle aree (come quella a nord della ferrovia e del comparto ex mercato bestiame dove dovevano sorgere più di 600 nuovi alloggi), urbanizzate in forma primaria ma poi abbandonate a loro stesse. Un patrimonio privato che nemmeno il seppur lodevole Piano Periferie riuscirà probabilmente a rimettere in moto, incentivando nuovamente i privati a fare ciò che volontariamente hanno smesso di fare quasi 10 anni fa.
Redazione Pressa
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