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'Se per l’Ausl il medico e l’infermiere del 118 sono la stessa cosa, lo mettano nero su bianco così sarà mia cura deferire i vertici all’Ordine del Medici e segnalarli al Ministero della Salute. L’abuso della professione medica è un reato penale'. Inizia così la dura replica di Antonio Platis, capogruppo Forza Italia in Provincia, alla nota dell’Ausl che rispondeva alle critiche alla trasformazione di automediche in infermieristiche. Ed in particolar modo sull'utilizzo e sulla somministrazione dei farmaci salvavita da parte della personale infermieristico.
'Non è corretto - aveva affermato l'Ausl in risposta a distanza al Consigliere Platis che aveva sottolineato l'impossibilità di somministrare farmaci salvavita se non da personale medico - ritenere infatti che i farmaci salvavita possono essere somministrati solo se c’è un medico sul posto; secondo la Delibera 582/2016 (ai sensi dell’art. 10 D.
P.
R.
27 Marzo 1992) la Regione Emilia Romagna ha definitivamente uniformato le procedure ed i protocolli infermieristici permettendo di fatto al personale infermieristico, previo specifico percorso di formazione, di poterli somministrare. Sul nostro territorio la formazione è già stata effettuata e anche gli infermieri applicano gli algoritmi avanzati regionali in sinergia con le figure mediche. Dunque i timori non trovano fondamento, anche per quanto riguarda i farmaci che non rientrano nell’elenco regionale, in quanto la sinergia con le figure mediche del Servizio di emergenza territoriale 118 consente un confronto immediato rispetto alla migliore strategia di gestione del paziente possibile, sia farmacologica che non. Anche nell’ambito dei progetti di riforma tutto questo rimane e continuerà ad essere garantito sull’intero territorio, in applicazione dei protocolli vigenti'.
'Su questi punti è bene fare chiarezza' - puntualizza Platis. 'Il BLS sono i mezzi con solo i volontari che rappresentano oltre il 50% della flotta del 118.
Premesso che a Croce Rossa, Anpas e Misericordia bisogna ‘stendere i tappeti rossi’ per l’abnegazione, la serietà e la generosità, i loro volontari possono effettuare solo le manovre più semplici, fino, ad esempio, ad un massaggio cardiaco in situazioni critiche. Se c'è un forte dolore, banalizzo, dall'ombelico in su', devono allertare un mezzo avanzato o fermarsi al Ps'.
'Poi ci sono i ILS, le auto infermieristica, dove l’infermiere formato può somministrare in determinate e limitate circostanze l’adrenalina ad esempio per uno shock anafilattico o la morfina per dolori acutissimi. Se ad esempio viene fatto al paziente un elettrocardiogramma sul mezzo di soccorso per un sospetto infarto e c'è una improvvisa aritmia, non possono somministrare farmaci se non con consulto medico. Se ad esempio è in corso un ictus ed il paziente vomita con il rischio di bloccare le vie aeree, l’infermiere deve attendere il medico per intubarlo.
Se vengono fatte cose diverse si incorrere in un abuso della professione medica. Si deve quindi aspettare di portare il paziente o in un PS, o attende l’elisoccorso o l’automedica. Non lo dico io, ma la legge. Se la dottoressa Petrini ha il potere di equiparare le figure del medico e dell'infermiere l’invito nuovamente a comunicarlo ufficialmente. Infine ci sono le ALS che sono le ormai rarissime automediche rimaste, che rappresentano i soli mezzi terrestri in Regione Emilia-Romagna dotati di medico. La professionalità di ogni figura impegnata nel processo di emergenza urgenza - conclude il consigliere provinciale - è determinante, ma non interscambiabile o pienamente sostituibile. Con buona pace dei vertici Ausl di Modena e dell'assessore regionale PD Raffale Donini'.
Redazione Pressa
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