Sono queste le due direttrici del piano di riorganizzazione dell'emergenza urgenza per la provincia di Modena illustrate oggi dai direttori delle aziende sanitarie ai sindaci e rappresentanti degli enti locali nel corso della seduta della conferenza territoriale socio sanitaria volutamente a porte chiuse per i giornalisti chiamati solo per un punto stampa degli amministratori e dei politici prima dell'inizio della riunione. Scopo salvare il sistema di emergenza urgenza puntando sulla riorganizzazione delle risorse disponibili. Entriamo nel dettaglio del piano da 52 pagine già in parte anticipato da La Pressa, ufficializzato oggi e posto all'approvazione dei sindaci
Area Nord Mirandola-Carpi
Il mezzo di soccorso avanzato con medico a bordo (Automedica), ora con sede a Mirandola sulle 12 ore sarà trasferito con estensione alle 24 ore nella nuova base operativa di Cavezzo/Ponte Motta.Contestualmente, il numero di mezzi infermieristici (MSA-I) scenderà da 4 a 3, mentre i mezzi di soccorso base (MSB) saliranno da 3,7 a 4,3. In termini complessivi, il numero totale dei mezzi in servizio passerà da 8,2 a 8,3.
Con lo spostamento dell'auto medica in una posizione più baricentrica tra Mirandola e Carpi, la copertura territoriale entro 20 minuti dall’allarme aumenterà del 135%. Anche la percentuale di richieste coperte in modo appropriato dovrebbe dal 87,6% attuale al 90,7%.
Area Vignola
Il mezzo di soccorso avanzato con medico a bordo automedica sarà spostato a Pozza di Maranello chiedendo supporto all'automedica di Bazzano per la copertura dell'area di confine tra le province di Modena e Bologna. Configurazione attuale: 1,5 auto mediche con medico a bordo (MSA-M), 6,2 auto infermieristiche (MSA-I), 6 mezzi di soccorso base (MSB). Totale attuale: 13,7 mezzi per un bacino di 212.593 abitanti.La nuova configurazione prevede 1,5 mezzi avanzati con medico ma appunto spostamento a Pozza, da 6,2 a 6 mezzi avanzati con infermiere a bordo, compensato dal passaggio dal 6 ai 6,2 dei mezzi di base con volontari a bordo
Area centro: Modena e Castelfranco
Nell’Area Centro, che comprende Modena e Castelfranco Emilia, non è previsto un aumento nel numero totale dei mezzi – che rimane stabile a 8,6 – ma una redistribuzione interna delle risorse. I mezzi MSA-I (con infermiere a bordo) scendono da 5 a 4, mentre i mezzi MSB (soccorso base) aumentano da 2,6 a 3,6. Invariato invece il numero dei mezzi con medico a bordo (MSA-M), che resta a 1.I Pronto Soccorso
Per garantire gli standard operativi minimi nei Pronto Soccorso del modenese, sarebbero necessari almeno 150 medici equivalenti a tempo pieno (FTE). Attualmente, però, il sistema può contare solo su 109 FTE, supportati da 184 medici in totale (cioè, molti lavorano con orari parziali).Questo si traduce in un deficit del 30%, che incide su turnazioni, carichi di lavoro e, inevitabilmente, qualità del servizio. A complicare ulteriormente il quadro, vi è la dipendenza da personale esterno – cooperative private – soprattutto nei presidi di Carpi e Mirandola, dove circa 45 turni h12, in gran parte notturni, sono garantiti da medici non strutturati.
Un sistema quello delle cooperative esterne che si è dimostrato antieconomico e con gravi limiti nell'organizzazione punto un sistema da superare alla scadenza dei contratti che per Carpi e per Mirandola sarà il 31 ottobre.
Fino ad ora le cooperative garantivano una copertura di 45 turni. Il venire meno di questi porterebbe ad una crisi strutturale per il pronto soccorso. La risposta sembra poter arrivare dal nuovo concorso pubblico per Medici di Emergenza-Urgenza previsto per il 30 settembre 2025. Gli iscritti sono 37 (di cui 5 specialisti già formati e 32 in formazione).
Nell'area di Carpi è Mirandola sono necessari 4,2 FTE per garantire la piena copertura: al momento ne sono stati arruolati 3,7. Si è quindi vicino allo standard previsto che potrebbe essere raggiunto con le nuove assunzioni.
Area Sud 2 Montagna: nessun ripristino dei Met ma un progetto specifico
Un discorso a parte riguarda l’Area Sud 2 (Pavullo e Area del Cimone), dove le particolari caratteristiche geografiche richiedono un approccio differente. Nel momento in cui appare del tutto archiviata l'ipotesi di un ripristino del medico di emergenza territoriale nell'alta montagna, è in fase avanzata il “Progetto Montagna”, sviluppato nell’ambito della Commissione Permanente Montagna della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria, con la partecipazione di 18 sindaci delle aree montane e delle aziende sanitarie.Il progetto, che sarà approvato entro fine 2025, prevede:L’utilizzo di fondi per le Aree Interne
Lo sviluppo di percorsi clinici avanzati
Il rafforzamento del ruolo dell’Ospedale Specialistico Link come punto di riferimento per le urgenze montane.
Il voto è previsto in serata.
Gi.Ga.