Continua l'attività, in pieno clima elettorale, dei neo costituiti dipartimenti tematici di Forza Italia guidati dal presidente regionale Massimo Palmizio.
'Cristina Paolini, responsabile dipartimento scuola di Forza Italia Emilia Romagna, ben evidenzia l'ennesima stortura del sistema 'Buona Scuola' del governo Renzi - afferma Palmizio -. Mi unisco alle preoccupazioni dell'avvocato Paolini ed esprimo piena solidarietà al corpo docente coinvolto'.
'Oggi in Italia l’immissione a ruolo dei docenti avviene con assunzioni per il 50% da concorso e per il 50% da graduatorie ad esaurimento (GAE), ed è stato stabilito che per insegnare serva la laurea in Scienze della formazione - afferma Paolini -. Bisogna però ricordare che nel corso del tempo molti diplomati magistrali, a seguito di quanto stabilito dal DPR 25 marzo 2013, hanno fatto richiesta d’inserimento nelle GAE.
Il DPR del 2013, infatti, dopo un contenzioso andato avanti per diverso tempo, ha riconosciuto il valore abilitante del diploma magistrale conseguito entro il 2002; inoltre a rendere l’attuale scenario ancora più intricato, hanno contribuito anche le istruzioni operative diramate dal Ministero agli Uffici Scolastici che hanno consentito ai docenti inseriti nelle GAE con riserva di stipulare il contratto a tempo indeterminato “con riserva e con clausola di rescissione in caso di esito favorevole all’Amministrazione”. A fronte quindi di questo complicato e articolato quadro, che nel corso degli anni si è andato delineando, caratterizzato come si può ben comprendere da una sempre più complessa casistica normativa e giurisprudenziale, è stata chiamata a fare un po' di chiarezza l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, la quale, recentemente, ha respinto il ricorso dei diplomati magistrali per l’inserimento nelle graduatorie che preludono al ruolo, chiudendo di fatto definitivamente le porte delle GAE ai diplomati magistrale.
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale ha, infatti, ribadito il valore abilitante del diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/02, ma non il diritto all’inserimento nelle GAE (stabilendo, in primo luogo che i docenti diplomati magistrale avrebbero dovuto presentare domanda di inserimento in occasione dei precedenti aggiornamenti delle GAE, non bastando quello del 2014 e, in secondo luogo, che il diploma magistrale conseguito ante 2001/2002, da solo, “non costituisce titolo sufficiente per l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento” e “di per se non consente l’immediato accesso ai ruoli”)'.
'Si può chiaramente comprendere come nel mondo della scuola ci sia ora grande fermento. Agitazione che, tuttavia, non riguarda solamente i 50 mila precari con diploma magistrale, che sprovvisti di laurea, dopo i molti anni di insegnamento e gli estenuanti “sali e scendi” lungo le graduatorie non sono riusciti a passare di ruolo, ma si allarga a tutto il sistema scolastico, caratterizzato in Italia dall’estrema macchinosità' - commenta a tal proposito l’avvocato Enrico Sirotti Gaudenzi, responsabile del Dipartimento Giustizia di Forza Italia Emilia Romagna.
'Quello che è certo è che all’indomani della citata sentenza migliaia di insegnanti, non avendo titolo, torneranno precari perché saranno cancellati dalle GAE e, potranno essere ricollocati solo sulla base delle graduatorie di Istituto, svolgendo, di fatto, anno dopo anno, supplenze su posti vacanti. Ciò che mi auspico è che il loro servizio venga proseguito fino a giugno, perché se si rifacessero tutte le graduatorie ora, a metà anno scolastico, non solo si creerebbe un pericoloso stato di caos all’interno dei singoli Istituti Scolastici, ma si incorrerebbe anche nel rischio di non poter garantire la continuità didattica, e questo non sarebbe conveniente per l’intero sistema scolastico italiano. Ritengo che con oggi abbiamo definitivamente assistito al fallimento della “Buona Scuola” di Renzi. Forza Italia Emilia Romagna sostiene che oggi più che mai sia necessario che il sistema scolastico si rimetta in piedi, ma, a prescindere, che non si debba fare dei docenti diplomati magistrali un parafulmine sul quale riversare addosso la colpa di tutti i mali della nostra scuola pubblica - chiude Cristina Paolini -. Come si può immaginare le proteste del corpo docente non hanno tardato a farsi sentire, e hanno annunciato che non si fermeranno davanti a questa ingiustizia perché, se necessario,ricorreranno anche alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per rivendicare i diritti di tutti i docenti cui è stato negato il diritto all’immissione in ruolo. Intanto per l’8 gennaio 2018 è stata indetta una mobilitazione aperta a tutte le categorie del mondo della scuola, ai sindacati e alle associazioni di settore'.