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Nell’ambito del percorso provinciale di riforma del sistema di Emergenza-Urgenza si è tenuto ieri, 20 luglio, un incontro tra i rappresentanti delle tre Aziende sanitarie modenesi e i sindacati confederali, che lo avevano esplicitamente richiesto dopo la presentazione della riorganizzazione lo scorso 7 giugno, da parte dell’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini.
L’incontro si colloca a pochi giorni dal via libera della Giunta regionale alle Linee di indirizzo per le Aziende sanitarie, che ora dovranno definire l'assetto dei servizi sulla base del modello regionale, scelte che verranno approvate nei territori nell’ambito delle Ctss da sindaci e amministratori locali, restituendo un quadro complessivo alla Regione.
'A fronte delle criticità che il nostro sistema sanitario si trova ad affrontare, in primis una importante carenza di personale - osserva la Ds Ausl Romana Bacchi - abbiamo bisogno di forme di risposta più articolate e appropriate per rafforzare i servizi.
Il primo passaggio importante è stato quello del nuovo numero unico di continuità assistenziale, che ci aiuterà ad approdare, in futuro, al numero unico europeo 116117. Ma la riforma non è solo la transizione da un numero di telefono a un altro o da una struttura a un’altra, poiché prevede un assetto nuovo dal punto di vista organizzativo con un forte coinvolgimento dei professionisti della continuità assistenziale'.
'L’obiettivo fondamentale è arrivare a ridurre la pressione sul sistema di emergenza-urgenza e in particolare sui Pronto soccorso orientando su altre strutture quella fascia di pazienti che possono trovare altrove una più appropriata risposta a bisogni di bassa criticità, gravità e complessità.
“I PS potranno così svolgere la loro funzione in maniera più congrua – ha aggiunto il direttore del Dipartimento interaziendale di Emergenza-Urgenza Geminiano Bandiera – grazie a un adeguato percorso di triage, ma anche lavorando sull’educazione sanitaria e sulla consapevolezza nell’uso dei servizi da parte dei nostri cittadini, e promuovendo la valorizzazione di tutti i professionisti che operano nell’ambito dell’Emergenza-Urgenza (EU) e Cure Primarie, nonché il coinvolgimento costante del volontariato del soccorso'.
Si lavorerà dunque alla realizzazione dei primi CAU e proseguirà il percorso di riorganizzazione del servizio di Continuità assistenziale.
Condividendo la necessità di una riforma per garantire la tenuta del sistema nel lungo periodo, i sindacati confederali hanno ribadito all’unanimità 'l’urgenza di attivare un tavolo permanente per un maggior coinvolgimento nei diversi passaggi, che interessi anche gli operatori sanitari in maniera diretta accanto alla componente medica, per mantenere il confronto aperto lungo tutto il percorso della riforma. Occorre inoltre lavorare di più per la diminuzione delle aggressioni al personale sanitario e per politiche che rendano il territorio modenese più attrattivo per i professionisti, così come avviene in altre realtà nazionali'.
'Ultimata la fase di confronto dovremo mettere il progetto nero su bianco a garanzia dell’intero percorso e dei singoli territori e a garanzia di una rete integrata di emergenza provinciale completa - ha precisato Muzzarelli ricordando che saranno programmate a breve nuove Ctss per seguire il piano investimenti sanitario oltre che la riforma stessa -. Questo cambiamento deve essere migliorativo per consentire ai cittadini di sentirsi più protetti e agli operatori più coinvolti, ma anche alleggeriti nel loro carico professionale, per migliorare il lavoro ed assicurare appropriatezza e buone cure ai nostri concittadini. Lo abbiamo ribadito nell’ordine del giorno firmato dalla Ctss a richiesta di garanzie sulla sanità pubblica: questa non può continuare ad essere a rischio, deve mantenersi come riferimento certo per la nostra Comunità'.
Redazione Pressa
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