Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Julian Assange verso l’estradizione negli Stati Uniti. Dopo che l’Alta corte del Regno Unito aveva ribaltato la sentenza di primo grado dando ragione al governo americano, arriva la decisione della Westminster Magistrates Court di Londra che ha emesso l’ordine formale.
Salvo un ricorso dell'ultimo minuto presso l'Alta Corte, spetta ora alla ministra degli Interni, Priti Patel, dare il suo via libera finale al trasferimento di Assange negli Usa, dove rischia una pesantissima condanna. L'ok della ministra è previsto entro un termine massimo di 28 giorni.
Il fondatore di Wikileaks è accusato dagli Usa di crimini connessi ad attività di spionaggio. Nel 2010 tramite Wikileaks, Assange e alcuni collaboratori resero noti al mondo oltre 250mila documenti diplomatici e militari americani, tra i quali molti riservati.
I commenti
“Con l’ordine formale di estradizione negli Usa per Julian Assange emesso dalla Westminster Magistrates Court di Londra sta per morire definitivamente il giornalismo libero - affermano i parlamentari di Alternativa -.
La libertà di stampa e il diritto dei cittadini di essere informati su cosa accade nel mondo verranno archiviati come una delle tante pagine ingiallite del libro dei sogni dei diritti civili delle democrazie occidentali quando la ministra degli Interni britannica, Priti Patel darà formalmente il suo via libera finale al trasferimento di Julian in un Paese dove lo attende una probabile condanna a 175 anni di reclusione. Rimane ancora una esile fiammella di speranza legata al ricorso da parte dei suoi legali, ma non ci facciamo illusioni: l’estradizione del fondatore di Wikileaks, accusato di aver smascherato i crimini di guerra commessi in Iraq e Afghanistan dagli USA e aver rivelato orrori che secondo Washington sarebbero dovuti rimanere segreti, è ormai cosa certa. La sorte di Assange andrà così a rafforzare l’allineamento dei media occidentali a una comunicazione di guerra.
Avremmo potuto evitare che ciò accadesse - concludono i parlamentari di Alternativa - concedendo ad Assange lo status di rifugiato politico ma il governo Draghi e una pavida maggioranza non hanno voluto che l’Italia si ergesse a baluardo della libertà di informazione lasciandolo marcire nella prigione di Belmarsh in attesa di un epilogo scontato. Hanno preferito non scontentare alleati che la democrazia pretendono di esportarla, usandoci come fattorini, invece che esercitarla a casa propria”.
'La sentenza di estradizione negli Stati Uniti per Julian Assange rappresenta la totale negazione della libertà di espressione e del giornalismo libero. Si tratta dell'ennesimo atto persecutorio nei confronti del fondatore di Wikileaks la cui unica 'colpa' è quella di avere denunciato crimini di guerra e rivelato verità che i più alti poteri mondiali volevano restassero segrete. Mi auguro che il ministro degli Interni inglese, alla quale spetta l'ultima parola su questa decisione, impedisca questa gravissima violazione dei diritti umani'. Così in una nota il senatore del Movimento 5 Stelle, Gabriele Lanzi.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>