Il sindaco, nella sua risposta, ha così invitato i movimenti antiabortisti a radunarsi in altri luoghi della città perché l'amministrazione non ha poteri per impedire queste manifestazioni. 'Chiedo pubblicamente ai movimenti che contestano l'accesso delle donne a una pratica sanitaria disciplinata da una legge dello stato di non svolgere più queste manifestazioni in aree sanitarie vista proprio la necessità di garantire il diritto a esprimere le proprie opinioni ma senza turbare l'altrui sensibilità, in particolare quella delle donne che stanno entrando in ospedale' ha detto il sindaco ribadendo che queste sono 'manifestazioni antiabortiste che si manifestano sotto la forma di preghiere, non a caso annunciate e propagandate abbondantemente assumendo di conseguenza un carattere politico e non solo spirituale'.
Mezzetti, nel corso del suo intervento ha specificato che queste manifestazioni 'si configurano come una forma di pressione fino a sconfinare in una forma di violenza nel momento in cui avvengono in un luogo molto sensibile come quello di un'area ospedaliera.
Nella sua risposta il sindaco ha anche menzionato la legge che in Inghilterra e Galles ha creato una fascia cuscinetto davanti agli ospedali per impedire veglie e preghiere di questo tipo e ha spiegato che una legge simile potrebbe essere “utile” anche in Italia. Ha ricordato anche una recente sentenza del Consiglio di Stato in un contenzioso tra Comune di Rimini e associazione Pro Vita e Famiglia per l'affissione di manifesti contro la pillola RU486. Il Comune non aveva autorizzato l'affissione di questi manifesti e il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune perché 'la libertà di espressione non è assoluta e può essere limitata quando il messaggio è diffamatorio, ingannevole o offensivo'.