Queste, in sintesi, le considerazioni del presidente Michele de Pascale sul nuovo decreto-legge approvato il 30 aprile scorso dal Consiglio dei ministri, che modifica quello del 1^ giugno 2023 (n. 61) e prevede ulteriori disposizioni urgenti per affrontare gli straordinari eventi alluvionali avvenuti nei territori dell’Emilia-Romagna, oltre che in Toscana e Marche.
Insieme alla sottosegretaria alla Presidenza con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini, de Pascale ha incontrato oggi la stampa commentando i cinque ambiti di intervento contenuti nel provvedimento: perimetro d’azione, governance e strumenti operativi; semplificazione e accelerazione dei contributi per la ricostruzione privata; velocizzazione degli interventi di ricostruzione pubblica in corso; Programma decennale per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico da un miliardo di euro; supporto alla capacità operativa delle amministrazioni territoriali.
Uno dei temi più importanti è la previsione del fondo pluriennale, a partire dal 2027. Un fondo specifico, “su cui ci siamo battuti- ha sottolineato de Pascale-: uno strumento che riconosce al nostro territorio un fattore di rischio più elevato rispetto alla media nazionale.
Ancora in assenza di un testo “bollinato”, dunque, “riteniamo utile condividere alcune riflessioni, anche perché un decreto-legge ha tempi molto serrati ed è utile impostare subito un dibattito per supportare il Parlamento sulle scelte di conversione del provvedimento” ha esordito de Pascale, evidenziando l’importanza dell’approvazione in sé del decreto, “sebbene in ritardo, perché dagli eventi alluvionali dell’autunno 2024 ad oggi ne è passato del tempo”.Poi, l’analisi di quanto previsto come perimetro d’azione, governance e strumenti operativi: la fusione delle due emergenze, 2023 e 2024, la proroga delle funzioni commissariali fino a maggio 2026, l’inizio di una nuova fase di lavoro, con una nuova struttura e gli enti territoriali più protagonisti, “tutto questo come schema ci convince” ha commentato de Pascale.
Per quanto riguarda la semplificazione e accelerazione dei contributi per la ricostruzione privata, “ci sarà una ricognizione reale dei fabbisogni” ha annunciato il presidente.
La Regione, ha ricordato de Pascale, aveva chiesto una procedura “speditiva” per indennizzi di piccole-medie dimensioni (“stiamo trattando, di fatto, una famiglia che deve chiedere 25mila euro come una che ne deve chiedere 200mila”). Così come non sono presenti, al momento, le semplificazioni richieste dai comitati sulle procedure urbanistiche-edilizie. “Su tutto questo-ha commentato il presidente- c’è margine di miglioramento”.Sono “identificate” (poiché c’è il titolo nel decreto) le norme per la sburocratizzazione e la semplificazione delle opere pubbliche complesse (come le casse di espansione), “è un aspetto che stiamo approfondendo perché l’avevamo posto all’attenzione ripetutamente in questi mesi: finora le norme sono rimaste ordinarie”. Questo tema è strettamente connesso a quello delle risorse: il governo aveva identificato 2 miliardi 800 milioni di euro per le opere pubbliche, non per la riduzione del rischio ma per la ricostruzione di quanto distrutto. Dalla cifra, ha ricordato de Pascale, sono escluse le opere completamente nuove (casse di espansione, aree allagabili); con l’ultima ordinanza, la 13 ter, “residuano” 50-60 milioni di euro circa, ai quali, per il 2025-2026, “speriamo
Grossa novità prevista dal decreto sono i 100 milioni l’anno che si aggiungerebbero “strutturalmente”, dal 2027 fino al 2037, per Emilia-Romagna, Toscana e Marche.
“Non sappiamo ancora se il decreto andrà alla Camera o al Senato- ha concluso de Pascale-. Una volta approvato in via definitiva, il commissario straordinario Curcio verrà qui, lo presenteremo insieme all’Assemblea legislativa, al Patto per il Lavoro e per il Clima, ai sindaci e alle sindache, ai comitati. In questi 60 giorni necessari per la conversione, mi batterò perché ci siano miglioramenti e perfezionamenti, al di fuori del terreno dello scontro politico, così da arrivare a un testo realmente condiviso”.Il Decreto Legge ricostruzione varato dal Governo punto per punto
Approvato il 30 aprile dal Consiglio dei ministri, il provvedimento modifica quello del 1^ giugno 2023 (n. 61) e prevede ulteriori disposizioni urgenti per affrontare gli straordinari eventi alluvionali avvenuti nei territori di Emilia-Romagna, Toscana e Marche, ma anche gli effetti del fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei. Il nuovo decreto-legge stabilisce disposizioni di carattere finanziario in materia di protezione civile. È prevista l’estensione dell’ambito operativo degli interventi di ricostruzione, proroga dello stato di emergenza e della struttura del commissario straordinario al 31 maggio 2026, e l’estensione delle attività del commissario anche agli eventi alluvionali che si sono succeduti nei mesi di settembre e ottobre 2024. Viene, inoltre, rafforzato il ruolo dei presidenti delle Regioni Emilia-Romagna, Marche e Toscana in veste di sub-commissari, che assicurano direttamente la partecipazione alle attività della Cabina di coordinamento della ricostruzione nei territori di competenza. Ai presidenti vengono rimessi tutti i poteri delegati dal commissario, così da provvedere direttamente al coordinamento e all’attuazione delle misure per la ricostruzione privata, ma anche al coordinamento, monitoraggio e gestione degli interventi urgenti di ricostruzione pubblica. È prevista anche l’adozione di un Programma straordinario di interventi urgenti per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico e l’estensione di misure di sostegno a favore dell’agricoltura. Le disposizioni in merito agli interventi urgenti per la semplificazione e l’accelerazione delle misure per la ricostruzione nei territori colpiti dagli eventi alluvionali a partire dal 1° maggio 2023, e a settembre e ottobre 2024, nonché per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico, valgono a partire dal 15 maggio 2025. Entro il 20 maggio 2025, con una o più ordinanze da adottare, il commissario straordinario è autorizzato a riorganizzare la struttura di supporto; in relazione alle funzioni loro attribuite, i presidenti delle Regioni Emilia-Romagna, Marche e Toscana, nella qualità di sub-commissari, definiscono le modalità con cui le rispettive strutture regionali forniscono il supporto necessario. Per integrare le competenze tecnico-scientifiche a supporto dell’azione commissariale, in relazione a specifiche problematiche o criticità territorialmente localizzate, il commissario straordinario può, inoltre, richiedere il supporto di ulteriori e qualificati esperti.
Per accelerare il processo di ricostruzione nei territori interessati, la Cabina di coordinamento è integrata dai presidenti di tutte le province interessate e dai rappresentanti dei comuni interessati designati dall’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci).Il commissario straordinario, d’intesa con i sub-commissari, approva, entro il 31 luglio 2025, un Piano di comunicazione alla popolazione per la realizzazione di iniziative finalizzate alla diffusione della conoscenza del rischio idraulico e idrogeologico. All’attuazione del Piano provvedono le Regioni e i Comuni interessati, anche con il concorso dei comitati spontanei dei cittadini e degli enti del terzo settore. Vanno previste, inoltre, iniziative specifiche dedicate alla popolazione, agli istituti scolastici e ai giornalisti che operano nell’area, con specifiche forme di comunicazione per le persone con disabilità. Per l’attuazione delle attività è autorizzata la spesa massima di 1 milione di euro per l’anno 2025, a valere sulle risorse disponibili sulla contabilità speciale.Per quanto riguarda il Programma straordinario degli interventi per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico e per il sostegno del lavoro in agricoltura, ciascuno dei presidenti delle Regioni Emilia-Romagna, Marche e Toscana, in qualità di commissario di governo per il contrasto del dissesto idrogeologico, presenta al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e al presidente del Consiglio dei ministri (o, dove nominata, all’Autorità politica delegata per la ricostruzione), entro il 30 ottobre 2026 ed entro il 30 ottobre 2031, una proposta degli interventi da attuare nei successivi quinquenni. Entro sessanta giorni dalla formulazione della proposta, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, sulla proposta congiunta del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e dell’Autorità politica delegata per la ricostruzione, dove nominata, si provvede all’approvazione, per stralci di durata quinquennale, di un Programma straordinario di interventi per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico. Per l’attuazione del Programma straordinario è autorizzata la spesa complessiva di euro 1 miliardo per gli anni dal 2027 al 2037. All’attuazione degli interventi contenuti negli stralci quinquennali provvedono, nei rispettivi ambiti territoriali, i presidenti delle Regioni Emilia-Romagna, Marche e Toscana, nella qualità di commissari di governo per il contrasto del dissesto idrogeologico.