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Scuola e Covid, uscite didattiche: perché gli istituti le vietano?

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Chi effettua le verifiche del GreenPass non è la Scuola, ma gli addetti preposti per legge, in questo modo non vi è alcuna violazione della legge sulla privacy


Scuola e Covid, uscite didattiche: perché gli istituti le vietano?
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A tre settimane dall’apertura delle scuole con un dato epidemiologico del tutto rassicurante (si contano sulle dita di una mano le classi che a fronte di un caso positivo ne hanno riscontrati altri tra i contatti non stretti, e nessuna tra le scuole medie inferiori e superiori) denunciamo un’ulteriore vessazione, non ne avessimo subite abbastanza, che si profila per quest’anno scolastico insanabile. Alcuni Dirigenti Scolastici, spesso senza un passaggio in Collegio Docenti e Consiglio di Istituto, hanno stabilito che consentono come uniche uscite didattiche quelle all’aperto, come una passeggiata al parco partendo a piedi da scuola o in centro storico, vietando quelle che sono vere e proprie uscite d’istruzione a supporto del percorso didattico degli alunni.
Ricordiamo a tutti che i Decreti Leggi di sospensione delle uscite didattiche sono cessati di effetto e anzi le stesse indicazioni del Ministero dell'Istruzione sono di tenore contrario, ovvero 'Viaggi di istruzione e uscite didattiche.

Nei territori in zona bianca sarà possibile effettuare uscite didattiche e viaggi di istruzione, purché si permanga in aree del medesimo colore bianco. Lo svolgimento di dette attività sarà effettuato curando lo scrupoloso rispetto delle norme e dei protocolli che disciplinano gli specifici settori (es. visite ai musei, ingresso ai cinema e ai teatri, uso dei mezzi di trasporto, ecc…), nonché di quelle sanitarie usuali'.
Non esiste quindi alcuna preclusione ad effettuare viaggi di istruzione ed uscite didattiche, ovviamente in conformità con il quadro legislativo. Eppure in questi giorni si discute sul fatto che effettuare gite didattiche provocherebbe discriminazione a causa del Green Pass necessario per l’accesso nei luoghi di cultura. In realtà, si tratta di affermazioni pretestuose e non rispettose della normativa che, ribadiamo, consente di effettuare uscite di istruzione in zona bianca.

Del resto, come può esserci discriminazione nell'informare le famiglie con adeguato preavviso che in occasione della gita d’istruzione si rammenta che ai sensi di Legge ogni cittadino italiano maggiore di 12 anni è tenuto ad esibire il GreenPass, ad esempio al personale viaggiante di Trenitalia e al Personale di biglietteria del luogo previsto per la visita, nonché all'accesso dei locali pubblici (es. Ristorante).
Le famiglie saranno dunque libere - come già avveniva prima del Covid - di decidere se far partecipare il proprio figlio alla gita di istruzione o meno.
Chi effettua le verifiche del GreenPass non è la Scuola, ma gli addetti preposti per Legge (biglietteria Museo, personale viaggiante mezzi di trasporto a lunga percorrenza, titolari di esercizio pubblico); in questo modo non vi è alcuna violazione della legge sulla privacy. Al contrario la discriminazione sarà fra quegli alunni che frequentano Scuole con Dirigenti Scolastici che - arbitrariamente - bandiscono le uscite didattiche e scuole con Dirigenti Scolastici che seguono le indicazioni Ministeriali consentendole.
Priorità alla scuola ritiene che il diritto all’istruzione di tutti e tutte debba essere garantito sempre, chiede quindi pubblicamente che i dirigenti scolastici ottemperino alle indicazioni ministeriali, dopo due anni di sacrifici che gli studenti più di tutti hanno sopportato.

Manuela Ciambellini - portavoce Priorità alla scuola Modena

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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