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Gli studenti italiani sono scesi in piazza per protestare contro il governo Meloni. Da Nord a Sud, sono venti in tutto le piazze coinvolte. “Soldi alla scuola e non alla guerra” uno dei principali slogan con cui si sono mobilitati gli studenti, per denunciare il sostegno del nostro paese all’Ucraina. Tra i principali promotori della manifestazione anche il Fronte della Gioventù Comunista che denuncia: 'Non può esistere un criterio di merito oggettivo in un sistema che ammette la differenza tra scuole di serie A e scuole di serie B e che accentua le disuguaglianze tra gli studenti nell’accesso allo studio, dichiara Simon Vial, responsabile scuola del Fgc -. Inoltre, mentre le nostre scuole cadono a pezzi il nuovo governo continua ad Investire soldi in armamenti per il conflitto in Ucraina. Siamo pronti alla mobilitazione in tutta Italia per dire basta a questo modello d’istruzione piegato alle esigenze delle aziende'.
Sono circa un migliaio gli studenti dei licei milanesi scesi oggi in piazza a Milano per il ‘No Meloni Day’. Il corteo, partito poco prima delle 10 da largo Cairoli, sfila ora per le vie del centro diretto verso porta Venezia. La marcia della manifestazione è composta, anche se non sono mancati momenti di tensione davanti alla sede Enel di via Broletto, imbrattata con la vernice. Tante le bandiere e gli slogan scanditi dai manifestanti, che cantano anche “occupiamola”, il coro dei lavoratori della Gkn, la fabbrica di Campi Bisenzio (Firenze) a rischio chiusura da oltre un anno, che ha organizzato numerose manifestazioni in giro per l’Italia con il suo striscione ‘Insorgiamo’.
'Insorgiamo per protestare contro le politiche repressive del governo – dice uno degli studenti alla ‘Dire’ - che ha scelto di distrarre gli italiani con attacchi ai rave party e alle ong che salvano la vita dei migranti.
Nel frattempo, vita e affitti costano sempre di più e le iscrizioni all’università stanno crollando, perché ormai nessuno se lo può permettere. E il governo non fa niente'. I ragazzi parlano di “caro vita e inflazione”, di 'una guerra nella quale i soldati muoiono e le multinazionali delle armi si arricchiscono', di 'lavori precari, malpagati e senza diritti'. Ma 'visto che nessuno ci rappresenta, ci rappresentiamo da soli'. Un governo che gli studenti non esitano a definire “neofascista”. 'La storia ci insegna che stiamo vivendo un film già visto - spiega una studentessa -. Mentre la gente diventa povera, si crea un clima di repressione e paura che fa comodo solo ai più ricchi. Il fascismo è nato così: paura, repressione e indifferenza'.
Redazione Pressa
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