Con queste parole il presidente della Provincia di Modena Fabio Braglia ricorda il sisma del maggio 2012, a 13 anni dalla prima scossa, che colpì il territorio della bassa modenese, con una magnitudo di 5.9, ed epicentro nelle province di Modena e Ferrara. Le scosse causarono in tutto 28 vittime, centinaia di feriti, 45 mila sfollati e danni per oltre 12 miliardi di euro.
In particolare Braglia ricorda che «quel modello organizzativo e gestionale divenne poi un vero e proprio modello di gestione con una duplice funzione: organizzare e supportare le reti locali delle amministrazioni colpite ed essere punto di riferimento per i cittadini, che potevano contare su una presenza 'fisica' delle istituzioni anche in quei luoghi distrutti.
«Il sisma ci ha fatto sperimentare in prima persona la rete di solidarietà che si è messa in moto nel periodo successivo alle scosse, anche il quella fase complicata in cui i riflettori dei media si spengono e l'attenzione nell'opinione pubblica cala. Anzitutto la solidarietà 'sanitaria' della rete del volontariato, che dai 47 Comuni della provincia si è attivata per l'assistenza ai feriti, ai degenti delle strutture ospedaliere colpite dalle scosse, ai malati e agli anziani delle strutture del territorio. Poi penso alla solidarietà più ampia, a quella territoriale. Da grandi aziende a privati cittadini, ci siamo trovati immersi di calore e solidarietà, che andava dal 'bene materiale' alla donazione economica, al supporto logistico. Aziende che hanno ospitato altre aziende, talvolta dirette concorrenti, cittadini che hanno messo a disposizione le proprie case per dare alloggio agli sfollati, grandi marchi che hanno donato la propria merce».