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'Auguri a tutti quelli che vogliono cambiare: il resto chiacchiere'. Con questo laconico commento corredato da foto sorridente (sopra) sui social il commissario provinciale della Lega Luca Bagnoli dà il senso della risposta che per ora, ufficialmente, si vuole dare all'inaspettato 'no' dei vertici di Forza Italia (anticipata ieri da La Pressa) alla candidatura a sindaco di Modena di Stefano Prampolini come nome unitario del centrodestra.
Forza Italia, forte di sondaggi che la vedono in crescita e del calo fortissimo della Lega al Nord est (-8,5% come certificato da un sondaggio del Corriere della Sera, complice anche la contestatissima Manovra varata in Senato), ha cambiato linea ieri nei rapporti con la Lega modenese e regionale cancellando definitivamente (d'accordo con Fratelli d'Italia del segretario regionale Michele Barcaiuolo) i primi avventati consensi alla candidatura di Prampolini, mossi nelle settimane scorse da un gruppo di civici collegati a Forza Italia e dalla segreteria provinciale guidata da Piergiulio Giacobazzi.
O la Lega fa un passo indietro su Prampolini o Forza Italia e Fdi correrrano soli, perchè comunque con un candidato simile, pur apprezzato nel suo lavoro e stimato commercialista (è il pensiero degli Azzurri) non si vince e non si va nemmeno al ballottaggio contro l'armata 'rossa' Pd (ex Ds sarebbe meglio dire) guidata da Giancarlo Muzzarelli.
E di fronte a una Forza Italia improvvisamente non più schienata e succube del Carroccio, i vertici della Lega provano ora a resistere. Le schermaglie sono quelle tipiche della trattativa, ma la spaccatura è evidente: Bagnoli, appoggiato dall'unico vero stratega della Lega emiliana, Stefano Vernole, continua a sostenere la linea Prampolini (che continua nella sua linea soft di comunicazione guidato dal ghost writer Massimo Melica), mentre il segretario regionale della Lega Gianluca Vinci ha ormai deciso di fare un passo indietro sul commercialista modenese e di riaprire il tavolo del centrodestra alla ricerca di un candidato condiviso anche perchè senza gli alleati andare anche solo al ballottaggio a Modena è impensabile (si lascerebbe spazio ai 5 Stelle di Piergiorgio Rebecchi, come 4 anni fa si lasciò spazio a Marco Bartolotti).
In mezzo Stefano Bargi, consigliere regionale che nelle vesti di commissario provinciale deve guardare alla geografia delle candidature nella intera provincia e non può permettersi di fare saltare il tavolo con Forza Italia e Fdi, ma anche coi giovanardiani (in ballo ci sono tra l'altro le candidature leghiste di Menani a Sassuolo e della Zirotti a Castelfranco).
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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