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Il grido dei cittadini per la sicurezza, Amministrazione sotto accusa: 'Serve un cambio di passo'

Il grido dei cittadini per la sicurezza, Amministrazione sotto accusa: 'Serve un cambio di passo'
Il grido dei cittadini per la sicurezza, Amministrazione sotto accusa: 'Serve un cambio di passo'

Sala Pucci gremita per l'incontro organizzato dal gruppo spontaneo di cittadini. Testimonianze e richieste da ogni angolo della città. Ripetuta la richiesta di dimissioni dell'assessore Camporota

Sala Pucci gremita per l'incontro organizzato dal gruppo spontaneo di cittadini. Testimonianze e richieste da ogni angolo della città. Ripetuta la richiesta di dimissioni dell'assessore Camporota


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Una sala gremita, molto oltre le aspettative iniziali. È questo il segnale forte e chiaro che arriva dalla serata organizzata in Sala Pucci da un gruppo spontaneo di cittadini, nati attorno a una semplice esigenza, emersa praticamente il mese scorso, quando furono una ventina a trovarsi fisicamente proprio alla sala Pucci, per confrontarsi su timori e prospettive, richieste e speranze. Da tradurre in una voce unica, da fare arrivare alle istituzioni con un messaggio di accompagnamento: 'Modena merita di più'. In termini di azione e di risposte ai cittadini. Il tema è urgente e sentito: il crescente senso di insicurezza, di degrado e di rischio dei quartieri e dei rioni. Non solo i soliti, dove il problema è più caldo, ma da tempo in tutta la città'.
 

Nessun politico, nessuna autorità sul palco (del resto questo primo appuntamento non lo prevedeva ed era organizzato dai cittadini per fornire una platea ai cittadini), anche se in platea, a seguire, per lo più in piedi, nel pieno dei posti a sedere, ci sono il segretario cittadino Lega, Caterina Bedostri, il capogruppo di Forza Italia Piergiulio Giacobazzi, il consigliere civico Andrea Mazzi e i consiglieri di Fratelli d'Italia Pulitanò, Rossini e Negrini.
Ad ascoltare, appunto, solo cittadini che si rivolgono direttamente alle istituzioni, con una voce unita e determinata. 'Non vogliamo rassegnarci a cedere spazi di libertà e vivibilità nei nostri quartieri'. In sintesi potrebbe essere questo il filo conduttore emerso da numerosi interventi. Tra i più ricorrenti, il desiderio di rivedere, in strada, 'i vigili e i poliziotti di quartiere', come simbolo concreto di una sicurezza di prossimità che oggi, secondo molti, viene più evocata in termini teorici e strumentali, che realmente applicata.
 

'Questa sera siamo in tanti: è la prova che in questa volontà di mandare un segnale alle istituzioni non siamo soli', afferma nell'introduzione Mattia Meschieri, co-promotore dell’evento insieme ad alcuni nomi noti dell’attivismo civico locale, tra cui Stefano Soranna, Elisa Fangareggi, Liliana Ferrari, Barbara Puliti, Chiara Costetti ed Emilio Po. Provenienti e di fatto rappresentanti di diversi quartieri della città. A turno, tutti intervengono, alternandosi con i cittadini prenotati per parlare. La lista di chi vuole dire la propria si allunga, segnata a penna su un foglio bianco Sullo sfondo, immagini e video recenti raccontano, attraverso i titoli dei giornali, un’inquietante quotidianità fatta di cronaca, degrado e insicurezza diffusa.
 

Stefano Soranna denuncia come, nonostante le segnalazioni e le denunce che da parte
sua e non solo continuano da diversi anni, in luoghi come il Novi Sad, il Parco XXII Aprile e ora sempre più il Parco Ducale, la situazione resti invariata e non migliori. Da, anni, appunto. Soranna punta il dito contro l’assessore Camporota, chiedendone le dimissioni e accusandola di minimizzare il problema. Mentre parla, alle sue spalle scorre un video in cui proprio l’assessore dichiara, in Consiglio Comunale, che 'la città è sotto controllo'. 'Se questa è la risposta che arriva dalle istituzioni l'assessore per noi se ne deve andare' - sentenzia Mattia Meschieri.
 

Liliana Ferrari propone un approccio pragmatico: 'Prima ancora di pensare alla nuova questura in fascia A, ora richiesta anche dal partito di maggioranza, si cominci col valorizzare le forze dell’ordine già presenti, garantendo loro tutele, strumenti e coperture adeguate'. E ritorna con forza la proposta di un ritorno alla figura del vigile di prossimità, un tempo volto familiare e rassicurante nei quartieri.
 

Sulla stessa linea Sergio Meschiari, del quartiere La Sacca: 'La sicurezza non si costruisce solo con l’arresto del criminale. Serve combattere anche il degrado, i piccoli gesti di inciviltà, le regole violate ogni giorno.
E su questo fronte il ruolo della Polizia Locale è determinante'.
 

Matteo Zaccarelli giovane che risiede nella zona del Parco Amendola racconta dell'insicurezza vissuta da tanti giovani che escono di sera per esempio parcheggiano l'auto al Novi sad ma che si trovano ad attraversare strade scarsamente illuminate, in percorsi contornati da sbandati e senza fissa dimora soltanto per arrivare al centro. 'Difficile per i ragazzi, figuriamoci per le ragazze. Conosco tanti giovani aggrediti minacciati. Non ci possiamo rassegnare a questo e non possiamo accettare nemmeno come risposta a chi ci assale per la strada all'uscita dalla scuola, anche durante il giorno, di chiuderci a La Tenda. Noi chiusi e chi delinque fuori, noi ai quali viene chiesto di rinunciare agli spazi pubblici, da lasciare poi a chi minaccia la nostra sicurezza. No, cara Amministrazione, non è questa la risposta che deve arrivare'.
 

'Al sindaco chiediamo coraggio' - afferma Barbara Puliti della zona Tempio Stazione. 'Coraggio di mettere gli interessi e i bisogni della città e dei cittadini al di sopra delle logiche di partito, anche quando le azioni non sono proprio in linea con i suo partito. Il sindaco deve amare la città e non mi sembra che fino ad ora il sindaco abbia agito in questa direzione. Sul fronte della sicurezza non mi sembra che fino ad ora si sia comportato da sindaco'.
 

Elisa Fangareggi, avvocato, solleva invece il tema dei minori stranieri non accompagnati, parlando di un sistema di controlli inefficaci anche sull'età- Molti sono finti minori e non possiamo accettare un assessore che spiega come i controlli sull'età, attraverso l'analisi del polso, sono troppo invasivi. Questo è un un sistema – accusa – che finisce per avvantaggiare soltanto le cooperative di accoglienza, lasciando i cittadini e i quartieri più fragili senza risposte e più insicuri'. Un grido collettivo, forte e articolato, quello lanciato da Sala Pucci. Un grido che chiede ascolto, risposte concrete e un cambio di passo. Perché, come ha detto uno dei partecipanti, 'questa non è solo una battaglia per la sicurezza, è una battaglia per non perdere il diritto a vivere serenamente la propria città. L'alternativa non può essere quella di andarsene dal luogo che si ama, in cui si scelto di vivere e in cui molti di noi sono nati'.
 

Gi.Ga.
 

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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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