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L'ultimo commosso saluto nella sua piscina, nell'impianto dei vigili del fuoco, davanti ai suoi atleti e poi la cerimonia funebre in una chiesa grande, come quella di Gesù Redentore, che non è riuscita a contenere i tanti presenti. Tutti in piedi, con la divisa bianca, davanti alla vasca per piangere il maestro, il compagno di viaggio e l'amico. Modena oggi si è fermata per dire addio a Luciano Landi, il direttore sportivo della piscina dei vigili del fuoco morto improvvisamente mercoledì sera a 55 anni.
Nelle parole dei suoi atleti il ricordo di un uomo che ha saputo essere guida, non solo sportiva, per tanti giovani. 'Ci indicavi la strada, ma dicevi sempre che stava a noi percorrerla e che non potevi farlo tu - ha detto nel discorso d'addio uno dei suoi atleti -.
Ci hai insegnato ad essere squadra nella vasca e ad applicare gli stessi principi nella vita: lealtà, rispetto e umiltà. Avevi un carattere spigoloso, hai chiuso tante porte, ma hai sempre saputo riaprirle e riaccogliere tutti'. E ancora l'ultimo 'Grazie' tra le lacrime.
E poi la celebrazione funebre, alla presenza del sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, a rappresentare insieme all'assessore allo sport Grazia Baracchi, il lutto di una intera città e la vicinanza alla mamma Rosalinda, alla compagna Maurizia, ai figli Leonardo e Lorenzo, alla sorella Elisabetta, al fratello Andrea e ai nipoti. Il Vangelo del Buon Samaritano che si ferma per aiutare l'Uomo nel momento del bisogno, nella omelia del parroco don Fabio Bellentani è diventato l'esempio di un modo di accogliere l'altro e - per i credenti - di accogliere Gesù. Proprio quel Gesù che Luciano ha cercato per tutta la sua vita, con ostinazione e Fede.
L'ultimo commosso saluto a tempo di musica è stata la poesia che i figli Leonardo e Lorenzo hanno dedicato al loro papà. Per cercare di 'andare a tempo', vera ossessione di Luciano, anche nel momento più straziante. Per cercare di dire addio, di abbracciare una vita intera, per cercare una rivincita davanti a una morte così impensabile e improvvisa che non ha lasciato nemmeno il tempo di un ultimo sguardo. Di un sorriso ironico. Di una battuta davanti a una birra artigianale, avvolta dal profumo della pipa.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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