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“Il minore non può essere separato dai genitori a meno che la separazione sia necessaria nell’interesse preminente del fanciullo”. A sancirlo è la Convenzione Onu del fanciullo, la Convenzione europea, e a cascata l’intera normativa in materia di affidi: comunitaria, statale, regionale e comunale.
Prevenire l’abbandono e garantire al bambino la possibilità di essere educato nella propria famiglia d’origine è un obiettivo primario per i Servizi sociali del Comune di Modena. Solo in caso di pericolo o pregiudizio per il minore, il Tribunale ne dispone l’allontanamento dalla famiglia e la presa in carico da parte dei Servizi socio sanitari che agiscono in un percorso strutturato in cui i professionisti si muovono all’interno di una metodologia che prevede diversi dispositivi di controllo.
Il sistema valutativo e progettuale degli affidi a Modena viene infatti gestito interamente dal Servizio Sociale comunale unitamente al Servizio di Psicologia clinica dell’Ausl, ovvero non ci sono affidamenti a soggetti esterni di alcun tipo.
Inoltre, anche nel caso di un affidamento eterofamiliare, mentre si assicura al minore una collocazione che ne garantisca uno sviluppo psicosociale equilibrato, vengono attivati interventi di sostegno del nucleo genitoriale naturale lavorando quindi per il rientro nella famiglia d’origine.
Dal 2014 il Comune di Modena aderisce anche al Programma Pippi nato per ridurre il numero dei bambini allontanati dalla famiglia attraverso pratiche innovative e azioni di accompagnamento della genitorialità vulnerabile'
Lo ha spiegato l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli in occasione della Commissione consiliare Servizi convocata dal presidente Tommaso Fasano proprio per fare il punto su “Il Sistema degli affidi a Modena”, che nelle prossime sedute del Consiglio comunale sarà anche argomento di diverse interrogazioni consiliari.
Oltre all’assessora Pinelli, alla Commissione di ieri pomeriggio sono intervenuti il dirigente Settore Politiche sociali Massimo Terenziani, la dirigente Servizio Sociale Territoriale Giulia Paltrinieri, la dirigente Servizio Gestione dei servizi diretti e indiretti Annalisa Righi, la responsabile Tavolo Affidi Chiara Neviani.
Per l’Ausl erano presenti il direttore del Distretto di Modena Andrea Spanò, la responsabile Servizio di Psicologia Clinica Giorgia Pifferi, la responsabile Servizio di Psicologia minori e famiglie Luisa Lombardi.
I numeri
Sono 125 i minori attualmente in affidamento a famiglie, di cui 51 in affidamento etero familiare temporaneo e 74 sono stati affidati con sentenza definitiva del Tribunale. I minori collocati temporaneamente in Comunità sono invece 51.
L'inserimento in comunità del solo minore è l’opzione residuale a cui si ricorre solo qualora non sia possibile nell’interesse del minore attivare altre soluzioni.
I servizi sociali privilegiano sempre il mantenimento del legame con almeno un genitore attraverso l’inserimento in Comunità insieme a uno dei due genitori o in seconda istanza l’inserimento del minore in un contesto familiare con o senza un genitore.
Si tratta spesso di bambini grandi, difficilmente adottabili oppure per i quali, nonostante sia accertata la non recuperabilità delle competenze genitoriali, il Tribunale minorile valuta sia necessario non recidere ogni rapporto con i genitori naturali, come accadrebbe tramite l’adozione. In questi casi quella affidataria diventa la famiglia prevalente per il minore e il Servizio sociale garantisce incontri protetti con i genitori naturali 2-3 volte l’anno.