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Caos Cau: la Regione proroga contratti medici fino al 31 dicembre, senza accordo

Caos Cau: la Regione proroga contratti medici fino al 31 dicembre, senza accordo

L'assessore Fabi: 'Scelta unilaterale di cui ci assumiamo la responsabilità. Non potevamo chiudere dal 31 marzo un servizio che sta funzionando'. Il problema è non avere gestito il problema dopo il mancato accordo con i medici di dicembre


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I Cau, i Centri di Assistenza Urgenza creati dalla organizzazione dell'emergenza urgenza nell'ultimo anno della giunta Bonaccini e che il neo assessore Fabi aveva annunciato di volere revisionare e rivedere nell'immediato, continueranno ad esistere così come sono, almeno fino al 31 dicembre 2025. I contratti dei medici occupati nei Cau dell’Emilia-Romagna, che scadevano il 31 marzo, sono stati prorogati dalla Regione ma in maniera unilaterale. Nei tre mesi che sarebbero dovuti servire alla regione stessa per trovare con la Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) quel mancato accordo saltato a dicembre non hanno portato ad alcun risultato. Ed è così che la Regione ha fatto sapere di aver rinnovato l'accordo per tre mesi, tempo che servirà a trovare un accordo con un diverso assetto. “Come preannunciato nel corso dell’ultimo incontro del tavolo con le organizzazioni sindacali della medicina generale, abbiamo deciso di prenderci la responsabilità unilaterale di prorogare tutti i contratti dei medici occupati nei Cau dell’Emilia-Romagna per non interrompere un servizio che sta funzionando e che, solo lo scorso anno, ha risposto alle richieste e ai bisogni di oltre 540mila cittadine e cittadini. Con l’obiettivo di lavorare più sereni insieme alle organizzazioni sindacali di categoria all’accordo integrativo dei medici di medicina generale di cui stiamo discutendo in questi giorni”.
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- ha affermato l’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, spiegando la delibera approvata dalla Giunta
“Questa decisione della Regione permetterà infatti di raggiungere un duplice obiettivo- aggiunge Fabi-. Da un lato, come dicevo prima, di non chiudere un servizio che sta funzionando e rispondendo in maniera adeguata ai bisogni della cittadinanza. Dall’altro di lavorare, avendo davanti un tempo congruo e mentre definiamo l’accordo integrativo regionale con i medici di medicina generale, a una valutazione puntuale dei Cau attivi in Emilia-Romagna con lo scopo di migliorarne l’attività e il bilanciamento costi/benefici”. “Come abbiamo avuto più volte occasione di ribadire- prosegue Fabi- sono tre le tipologie di Cau su cui ci stiamo concentrando. Quelli che hanno sostituito Punti di primo intervento o Pronto soccorso (quasi la totaltò di quelli aperti in provincia di Modena, ovvero a Finale Emilia, Castelfranco Emilia e Fanano, ndr), che avevano un elevato livello di inappropriatezza perché erogavano prestazioni di bassa complessità con personale medico specialista che deve invece essere utilizzato per le prestazioni di emergenza urgenza e che hanno dato sicuramente i risultati migliori e andranno verso una conferma nell’attuale configurazione.
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I Cau aperti in prossimità dei Pronto Soccorso DEA (Dipartimento Emergenza e Accettazione) di primo e secondo livello degli ospedali provinciali o distrettuali, con l’obiettivo di sgravarli dei codici bianchi e verdi, che non hanno avuto un risultato positivo univoco su tutto il territorio regionale e che andranno quindi rivalutati per rafforzarne la risposta. Infine, i Cau introdotti in luoghi dove precedentemente non c'erano né Punti di primo intervento, né Pronto soccorso che sono destinati ad andare verso la riorganizzazione in Aggregazioni funzionali territoriali all’interno delle Case di comunità, come previsto dal decreto ministeriale 77, per ricondurre tutto a una gestione univoca nelle cure primarie”.
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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