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Mentre le nazioni europee e del mondo abbattono e rimuovono i muri delle restrizioni, sulla scia di una l'Italia li erge, sempre più alti, accellerando su restrizioni, divisioni ed esclusioni sociali. E paradossalmente nel momento in cui il Green Pass (che erroneamente era stato spacciato strumento di sanità pubblica capace di limitare i contagi e creare ambienti sicuri), ha mostrato di non funzionare. Soprattutto sull'ultima variante oggi dominante. Più contagiosa ma meno grave e letale. Anzi, spinto da un altrettanto errato quanto ingannevole concetto immunizzazione diffuso dal governo, ha portato migliaia di vaccinati ad allentare le precauzioni, accellerando maggioramente la già altissima contagiosità di Omicron. Storia recente di un fallimento nella prevenzione del contagio attraverso il Green Pass che anziché fare rivedere al governo misure che gli stessi virologi di grido ora improvvisamente giudicano arcaiche, senza senso oltre che (come è sempre stato), prive di presupposto scientifico, ha portato l'esecutivo (che dopo la rielezione di Mattarella ha rafforzato i suoi poteri nella figura del Presidente del Consiglio), ad introdurre misure davvero estreme.
Decidendo con un tratto di penna sull'ennesimo Decreto che integra e sostituisce parti del precedente, la riduzione ulteriore (in questo caso da 9 a 6 mesi, dopo averla ridotta da 12 a 9), della validità del Green Pass. Incidendo direttamente non solo su chi non si è vaccinato ma anche sui vaccinati che entro sei mesi non hanno proceduto alla dose di richiamo. Ma non solo. Da oggi anche i guariti con green pass, e che entro sei mesi non avranno iniziato o proseguito il ciclo vaccinale fino alle terza dose, saranno considerati sulla carta e nella logica digitale del Codice QR del Green Pass alla stregua di 'non vaccinati'.
Dalla mezzanotte sono migliaia anche a Modena coloro che pur avendo completato il ciclo vaccinale primario (di due dosi), ma non essendosi ancora sottoposti (per qualsiasi motivo) alla terza dose entro sei mesi, a seguito di un click nel cervellone informatico ministeriale si ritroveranno al punto di partenza delle opportunità sociali e di vita.
Ovvero a livello di quelli che oggi sono definiti no-vax.
La terza dose, per chi non l'avrà ancora fatta entro i sei mesi dall'ultima, e che burocraticamente sarà considerato di fatto come un 'non vaccinato', rappresenterà l'unica possibilità per continuare a vivere e lavorare. Così come lo sarà per tutti la dose da fare entro sei mesi anche se guariti.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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