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Ieri all’udienza generale in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha indossato il caschetto della campagna “Col Casco non ci casco”.
'Grazie al fondamentale appoggio del vescovo Zuppi, abbiamo potuto informare il Prefetto della Casa Pontificia, Georg Ganswein, della nostra campagna e del desiderio di poter omaggiare il Santo Padre di un caschetto, perché potesse risuonare con la sua mirabile forza il messaggio che indossare il caschetto in bici salva i nostri figli in caso di impatto - afferma il bolognese Mauro Sorbi, presidente Osservatorio l'educazione alla sicurezza stradale -. Papa Francesco ha dimostrato la sua immensa sensibilità e ci ha donato questo scatto e rinnoviamo infinitamente i nostri ringraziamenti'.
La campagna pluriennale regionale “Col casco non ci casco” trova la sua ratio nell’invito rivolto ai bambini ricompresi nella fascia di età 6-10 anni a utilizzare il caschetto in bicicletta.
Tale campagna, iniziata nel 2016, è proseguita ininterrottamente in questi anni, con la distribuzione gratuita di alcune migliaia di caschetti coinvolgendo in primis le scuole, ma anche partecipando a manifestazioni sportive che vedono la presenza significativa dei bambini.
'Vorrei ricordare che gli studi effettuati dicono che gli choc cranici dei bambini possono avere conseguenze più gravi rispetto agli adulti: il casco diminuisce in questo modo il rischio di lesioni serie del 70% e di lesioni minori nella misura del 31%, oltre a ridurre del 28% il pericolo di cicatrici al viso. Indossarlo significa abbassare drasticamente il numero di casi di perdita di coscienza, tanto che procedendo a velocità prossima a 10 km/h il rischio passa dal 98% in caso di testa “nuda” allo 0,1% per i bambini protetti - chiude Sorbi -. Da anni chiediamo che venga inserita una norma nel Codice della Strada per l’obbligo di usare il caschetto in bicicletta, almeno per i minori'.
Redazione Pressa
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