Nei primi mesi di vaccinazione, è stato ampiamente affermato a livello politico e di governo, oltre che istituzioni sanitaria, che i vaccini avrebbero protetto non solo i vaccinati, ma anche gli altri, riducendo la trasmissione. Tuttavia, risposte ufficiali e foglietti illustrativi avevo già chiarito che i vaccini non erano autorizzati per prevenire la trasmissione da persona a persona, ma solo per proteggere chi veniva vaccinato. Purtroppo anche quest'ultimo assunto sarebbe stato da lì a breve messo in dubbio.
Il 30 luglio 2021, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti hanno riportato un’epidemia nel Massachusetts, dove sia i vaccinati che i non vaccinati hanno contratto e trasmesso il virus. La direttrice del CDC ha confermato che i vaccini non potevano più prevenire la trasmissione. La situazione italiana e internazionale
In Italia, il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) non ha immediatamente riconosciuto questi dati, nonostante evidenze crescenti. Altre figure autorevoli, come Antony Fauci hanno rilasciato dichiarazioni simili. Gli epidemiologi di Oxford hanno sottolineato che i produttori non hanno mai affermato che i vaccini avrebbero prevenuto la trasmissione, mettendo in luce una narrazione politica piuttosto che scientifica. 'Nessuna Agenzia Regolatoria - scrive CMSI - ha mai affermato che la vaccinazione prevenga la trasmissione ad altri.
fondamento di obblighi vaccinali, Green Pass e multe, ma è ora che ne prendano atto anche i politici e le istituzioni italiane'.La perdita di efficacia
'Nel febbraio 2022 - scrive sempre la CMSI - studi su larga scala hanno dimostrato che l'efficacia dei vaccini nel prevenire l'infezione non solo diminuiva nel tempo, ma diventava addirittura negativa, aumentando la suscettibilità nei vaccinati. Una ricerca svedese pubblicata su The Lancet ha rivelato che l'efficacia del vaccino Pfizer svaniva entro sette mesi. Analogamente, l'Istituto Superiore di Sanità italiano confermava un calo significativo della protezione'. Era evidente anche tra le persone comuni che anche i vaccinati alla seconda o alla terza dose continuavano ad ammalarsi di covid per più volte'. Le implicazioni per le dosi successive
L’ulteriore perdita di protezione ha sollevato dubbi sulla strategia di continuare con terze e quarte dosi, nonostante le comunicazioni ufficiali non riflettessero il rapido declino della protezione apparente.
A febbraio 2022, nuove scoperte scientifiche svelarono che i vaccini anti-COVID-19 non solo non impedivano l'infezione e la trasmissione, ma aumentavano la suscettibilità nei vaccinati nel tempo.
Questo paradosso è stato evidenziato da due principali studi.Studio svedese: efficacia svanita del vaccino Pfizer
Uno studio di coorte, pubblicato su The Lancet il 4 febbraio 2022, ha analizzato i registri dell'intera popolazione svedese. Confrontando quasi 843 mila svedesi vaccinati con due dosi di Pfizer con un numero equivalente di non vaccinati, lo studio ha rilevato i casi di infezione sintomatica e ricoveri/morti da gennaio a ottobre 2021, con un follow-up totale di 9 mesi. I risultati hanno mostrato che l'efficacia del vaccino Pfizer contro l'infezione sintomatica è svanita col tempo, passando dal 92% nei giorni da 15 a 30 dopo la seconda dose fino alla perdita di efficacia significativa dopo sette mesi.
Anche il vaccino Moderna ha mostrato una perdita di protezione significativa, seppur più lenta rispetto a Pfizer.Pubblicazione italiana: declino nella protezione
Un fenomeno analogo è emerso in Italia, dove l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato su BMJ i risultati di uno studio che ha evidenziato il declino della protezione tra i vaccinati con due dosi. Nella fascia di età 40-59 anni, la protezione scendeva al livello dei non vaccinati entro 8-9 mesi, e nei soggetti sopra i 60 anni, la protezione era addirittura inferiore a quella dei non vaccinati.Implicazioni e declino accelerato
Il declino della protezione è risultato più rapido negli uomini, negli anziani e nelle persone con patologie. Questo ha suggerito un peggioramento progressivo della risposta immunitaria, con una discesa notevole nelle persone ad alto rischio, fino a un significativo -44% rispetto ai non vaccinati, a 8-9 mesi dalla seconda dose. La pratica comune dell'ISS di presentare l'efficacia vaccinale come media di periodo nascondeva questo declino nelle fasi più lontane dall'ultima dose.Conclusioni
'Le prove accumulate - afferma il gruppo di medici della CMSI - hanno messo in discussione la narrativa iniziale della protezione vaccinale. I dati suggeriscono che le misure imposte, basate su questa narrativa, potrebbero essere state irrazionali. I politici e i responsabili della salute pubblica sono invitati ad accettare un confronto scientifico trasparente basato sulle evidenze attuali'Le evidenze scientifiche accumulate hanno confermato che la protezione vaccinale non solo diminuisce, ma può diventare negativa nel tempo. Ciò implica la necessità di un confronto scientifico aperto e la revisione delle strategie vaccinali e comunicative. La rapida perdita di protezione dovrebbe indurre a una maggiore prudenza con ulteriori dosi di vaccino, considerando il declino sempre più veloce della protezione'.Nella foto, l'emblematico cartello che segnalava il divieto di accedere in piazza Roma e nelle vie del centro di Modena per tutti coloro che non avevano ricevuto la terza dose del cosiddetto vaccino, la sola che faceva ottenere il green pass rafforzato