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Il 36,5% dei modenesi ritiene che la sua vita sia peggiorata negli ultimi dieci anni, ma la stessa percentuale è di parere esattamente opposto, mentre per il 27% la sua situazione personale è rimasta invariata. È quanto emerge da un’indagine sulla fragilità sociali in Emilia-Romagna commissionata dalla Cisl regionale alla Local Area Network di Padova, un centro di ricerche sulle trasformazioni territoriali del Nordest italiano.
L’indagine, realizzata attraverso interviste telefoniche tra il 18 e 27 novembre 2019, ha coinvolto un campione di mille persone (cento modenesi), stratificato per genere (femminile e maschile) ed età (18-34 anni, 35-64, 65 anni e oltre). A preoccupare di più i modenesi è la disoccupazione, in particolare quella giovanile, indicata dal 60% come il problema sociale più rilevante.
Segue l’ambiente (31,6%), mentre altri fenomeni come criminalità, immigrazione e traffico sono considerati problemi da meno del 10% degli intervistati.
Una parte dell’indagine è dedicata alla soddisfazione dei servizi. A Modena ottengono risultati positivi l’università e le scuole (il 95,3% dei modenesi è molto o abbastanza soddisfatto), gli uffici ed enti di pubblica utilità (piacciono all’83%), i servizi sanitari e per gli anziani (ok per il 78%), gli impianti sportivi e i luoghi di intrattenimento (il 76% degli intervistati si dichiara molto o abbastanza soddisfatto). Il voto più basso va ai servizi per disabili, che comunque soddisfano il 55% dei modenesi (percentuale più alta della regione).
Quanto alla capacità dei soggetti e istituzioni del territorio (misurata con un voto da 1 a 10) di rispondere ai problemi quotidiani dei cittadini, al primo posto c’è la famiglia (9,2), seguita da amicizie (8,3) e associazioni di volontariato (7,9). Sopra la sufficienza anche i Comuni, la pubblica amministrazione, la Chiesa e i sindacati, mentre vengono bocciate le categorie economiche e la classe politica (ultima con un voto di 4,4).
Tra le risposte indicate per migliorare il contesto sociale, il 28,9% dei modenesi suggerisce il potenziamento dei servizi per trovare il lavoro, seguito a ruota da incentivi per l’inserimento dei giovani in azienda (27,4%). Più staccate le misure per la salvaguardia dell’ambiente (21,2), sicurezza e ordine pubblico (16,8), agevolazioni fiscali e contributi per il sostegno di figli e anziani non autosufficienti (11,8%).
Il commento
'A Modena e in Emilia-Romagna si respira un clima di sostanziale fiducia, confermato anche dal risultato delle elezioni regionali. Tuttavia le problematiche legate al mondo del lavoro rappresentano un’innegabile priorità - commenta il segretario generale della Cisl Emilia Centrale commentando l’indagine -. In questi anni l’Emilia-Romagna e Modena hanno reagito alla crisi meglio di altre regioni e province, tanto da meritare l’appellativo di ‘locomotive d’Italia’. Tuttavia, ci preoccupa la qualità del lavoro, soprattutto per donne e giovani, con tipologie di contratti, come part time e tempi determinati, che hanno abbassato il reddito disponibile. Inoltre, le ore di lavoro sono diminuite e la cassa integrazione aumentata. Per questo la nostra prima priorità è aiutare i giovani a superare la mancanza di prospettive, i bassi salari e la precarietà lavorativa. La seconda priorità è alzare stipendi e salari attraverso la contrattazione decentrata (aziendale e/o territoriale). La terza priorità è rafforzare il ruolo centrale della formazione professionale, indispensabile sia per i giovani in cerca di occupazione che per gli adulti espulsi dalle aziende. Un aiuto può venire dal nuovo Patto per lo sviluppo di Modena, firmato a fine novembre. Abbiamo condiviso molte scelte del patto precedente, che ha funzionato. Siamo pronti a offrire ancora il nostro contributo di idee e proposte per costruire insieme una Modena non solo più competitiva e sostenibile, ma anche accogliente, coesa e – conclude il segretario della Cisl Emilia Centrale – capace di garantire un’occupazione stabile e di qualità, a partire dai giovani'.