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'È bene si sappia che un taglio degli incassi (tra biglietteria ed abbonamenti) pari al 75% implica, di fatto, la fine della pallavolo, a Modena e altrove, così come l’abbiamo conosciuta.
Modena Volley sin dalle prime avvisaglie della pandemia, ha messo al primo posto la tutela della salute. Dei suoi atleti. Del suo staff. Del suo pubblico.
Ecco perchè non possiamo non esprimere totale disaccordo e contrarietà di fronte alla prospettata riapertura degli impianti limitata al 35% della capienza'. E' chiara è deciso, accompagnata con una immagine forte rapprentata da un pallone da volley trafitto da un coltello, la denuncia (che è allo stesso tempo appello), della società Modena Volley. Denuncia e appello che non si fermano all'aspetto e all'impatto economico sulla società stesse ma anche al principio alla base delle restrizioni che dovrebbero ridursi con l'avanzare della campagna vaccinale.
'Oggi, con il procedere della campagna vaccinale e con l’auspicata introduzione del green pass, non si comprende perché non si possa tornare ad una partecipazione “normale”, in assoluta sicurezza, all’interno dei Palazzetti' - sottolinea in un una nota la società.
'Se il vaccino protegge in misura inferiore al 100% si aggiunga l’obbligo di indossare la mascherina per aumentare ulteriormente la sicurezza. Il rischio zero non esiste e non esisterà mai: il SARS COVID2 è ormai endemico. Io, cittadino che non capisce nulla, posso usare la logica. Se nemmeno col vaccino sono libero di andare in un palasport con la mascherina, significa che il Cts ed il Ministro Speranza mi stanno dicendo che l’ho fatto per niente, che non serve'.
E la denuncia/appello dell'importante società pallavolistica nazionale con sede a Modena.
'Le ricadute, economiche e sociali, di un simile epilogo non possono sfuggire a chi ha l’onore e l’onere di governare la cosa pubblica.
Modena Volley non ha scopo di lucro ed amiamo definirci impresa sociale; ci consideriamo da sempre al servizio della passione dei nostri tifosi, della gente.
Chiediamo solo ci sia consentito di tornare a farlo. Chiediamo solo che non si perdano migliaia di posti di lavoro nello sport.
Chiediamo solo che non si depauperi l’enorme ricchezza umana e sociale dello sport di base.
Chiediamo solo che, mentre le Olimpiadi ci hanno offerto testimonianze dell’immenso valore dello sport, di tutti gli sport, si diano segnali incontrovertibili di pari dignità.
I nostri atleti hanno vinto 40 medaglie, ora tocca a noi:
la parola sport dovrebbe essere inserita nella nostra Costituzione, generando un diritto
l’educazione fisica dovrebbe essere inserita nella scuola primaria, sul serio
politiche pubbliche di sostegno allo sport di base sono necessarie per dare dignità a tutti gli sport.
Il calcio muove il pil, il volley e tutti gli altri sport forse no, ma siamo certi che desertificare queste discipline sia la strada giusta per l’agognata ripartenza? Così il volley muore'
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>