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'Sappiamo che in altre parti d’Italia ci sono pensionati che per pagare le bollette energetiche impegnano i gioielli di famiglia. Non vogliamo che questo capiti anche qui, dove qualcuno sta scivolando nella prepovertà – afferma il segretario generale della Fnp Cisl Emilia Centrale Adelmo Lasagni – Per questo chiediamo subito provvedimenti a tutela di questa fascia della popolazione oggettivamente più fragile. Per una persona anziana, tra l’altro, misure come l’abbassamento del riscaldamento, docce più brevi e l’accensione meno frequente della luce rischiano di peggiorare la qualità della sua vita, già non alta a causa dell’età',
Il segretario dei pensionati Cisl sottolinea che il caro bollette si aggiunge all’inflazione, che viaggia ormai verso il 10% annuo.
«Gli esperti stimano che quest’anno il carrello della spesa costerà 1.500 euro in più a famiglia, ma noi – dice Lasagni – temiamo che sia un calcolo sottostimato.
Per un pensionato, poi, bisogna tener conto di altre spese, come i medicinali, la badante, le prestazioni specialistiche ecc. Per non parlare di chi vive in affitto, che teme un aumento del canone».
A essere preoccupati per la situazione non ci sono solo i pensionati che abitano a casa loro, ma anche gli ospiti delle strutture per anziani (Cra e Rsa), molti dei quali pagano già rette elevate (fino a 3.500 euro al mese).
«I costi rischiano di diventare insostenibili, perché – spiega Lasagni - i gestori pubblici e privati delle strutture si trovano a dover far fronte ai rincari delle forniture energetiche sulle quali non possono operare tagli o risparmi, pena l’abbassamento della qualità dell’assistenza. Se le istituzioni, a partire dalla Regione Emilia-Romagna, non vengono incontro alle strutture, temiamo che esse finiscano con lo scaricare gli aumenti sulle rette, appesantendo ulteriormente i problemi degli utenti e delle loro famiglie», conclude il segretario generale della Fnp Cisl Emilia Centrale.
Redazione Pressa
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