Sono arrivati a Modena nel 2021 soli ed estremamente vulnerabili, dopo che l’esplosione di una bomba li aveva divisi dalla famiglia con cui sarebbero dovuti partire assieme dall’Afghanistan diretti in Italia. Oggi, a distanza di tre anni, hanno potuto riunirsi alla mamma e ai fratelli, giunti in queste ore attraverso i Corridoi Umanitari realizzati da organizzazioni della società civile, tra cui la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, in collaborazione con l’Oim (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) e i Ministeri italiani degli Affari Esteri, dell’Interno e della Salute, nell’ambito del “Protocollo Afghanistan”.
A Modena i due minori stranieri afghani, fratello e sorella, che quando arrivarono avevano appena 14 e 16 anni, sono stati affidati ai Servizi sociali del Comune, seguiti dalle equipe educative e collocati in comunità adatte alla loro giovane età. Evidente però era il malessere vissuto quotidianamente anche a causa dello stato di angoscia e della preoccupazione per il resto della famiglia, nel frattempo fuggita in Iran. Mentre il ragazzo più giovane sta comunque seguendo con profitto un corso professionale, il trauma per la separazione dalla madre è stato troppo forte per la sorella: ne è nato un crollo psicologico che ha fatto a più riprese temere il peggio e ha indotto i Servizi sociali a chiedere il rintraccio dei familiari.
Individuata la famiglia lo scorso anno, l’Oim ha quindi svolto diversi colloqui e ha concluso l’istruttoria con esito favorevole alla procedura che ha portato alla riunione del nucleo familiare. Oggi, fratello e sorella (la quale, saputo dell’imminente ricongiungimento, è anche significativamente migliorata nella sintomatologia) hanno potuto riabbracciare la mamma e i fratelli e guardare più serenamente a un futuro insieme in Italia.
Minori stranieri non accompagnati ricongiunti a Modena con i familiari

La storia di fratello e sorella in fuga dall'Afghanistan e divisi dalla famiglia dopo l'esplosione di una bomba e giunti a Modena nel 2021
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