L’intervento, per un valore complessivo di 200 mila euro, è realizzato a cura dell’Amministrazione comunale e arriverà a conclusione nei primi mesi del 2025. Si tratta del secondo stralcio di lavori dopo che, ad aprile dello scorso anno, sono stati completato i lavori di consolidamento strutturale della cappelletta ed è stata realizzata la copertura, per un valore di 95 mila euro, con un contributo regionale di 40 mila euro per la ricostruzione post sisma.
L’intervento di restauro scientifico, autorizzato dalla Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le provincie di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, anche per questo secondo stralcio viene realizzato secondo il criterio conservativo, senza la ricostruzione di parti mancanti, consentendo la lettura completa dell’edificio e della sua travagliata storia.
I lavori comprendono, in particolare, la pulitura, il consolidamento e restauro delle superfici interne, la disinfestazione,
La chiesetta Ricci fa parte di un complesso abitativo rurale padronale a corte, presumibilmente di epoca tardo settecentesca, ed è costituita da un unico ambiente rettangolare di circa 42 metri quadrati. Si presenta con un interno piuttosto semplice: sulle pareti laterali sono presenti due finestre e, in corrispondenza del presbiterio, una porta. Sui lati sono collocate quattro lapidi commemorative di membri della famiglia Ricci mentre sul pavimento, in prossimità dell’ingresso, è presente una lapide di chiusura della camera tombale sotterranea dove, oltre ai resti di Giuseppe Ricci, sono conservate le spoglie di alcuni altri esponenti della famiglia modenese.
Un tempo di proprietà privata, la chiesetta Ricci è divenuta di proprietà dello Stato per rinuncia da parte dei proprietari nel 1993 e, con l’accordo di valorizzazione con la Direzione regionale dell’Agenzia del Demanio, l’Amministrazione comunale ne è diventata proprietaria nel 2019. Già prima, l’Amministrazione si era interessata per la messa in sicurezza del bene e aveva aperto il confronto per il suo recupero: il progetto preliminare era infatti stato presentato e approvato già a fine 2017.