Lo abbiamo rincontrato nel piccolo monolocale, a due chilometri dal centro, dove ora vive con grande dignità. A poco più di 500 euro al mese come rata di affitto. È ordinato, essenziale, e riflette la forza silenziosa di chi cerca ogni giorno di rialzarsi. Sul tavolo ci mostra i sacchi di farmaci che deve assumere quotidianamente per curare il diabete e altre patologie croniche. Farmaci indispensabili, ma che pesano, anche se la maggior parte esenti, sul già risicatissimo bilancio mensile.'Con quello che resta in tasca dopo aver pagato affitto, bollette e prestiti, le cui rate mi vengono detratte da uno stipendio ridotto a metà, faccio fatica a mettere insieme pranzo e cena', racconta. Anche dal piccolo alimentari vicino casa, ormai, deve centellinare ogni acquisto: un pacco di pasta, qualche scatoletta, il minimo indispensabile per tirare avanti.
Nella situazione abitativa attuale, si innesta però un altro problema. La distanza tra la sua abitazione e la scuola in cui lavora lo costringe a lunghi tragitti a piedi, andata e ritorno, su una strada provinciale priva di marciapiedi o piste ciclabili. Un percorso pericoloso, soprattutto in inverno e al buio. Ha sempre la torcia da mettere sul capo, con luce potente bianca, per rendersi visibile, sul ciglio della strada in cui è obbligato a camminare. Per circa 40 minuti all'andata e 40 al ritorno. Ogni giorno. Usare la bicicletta sarebbe, su quella strada, ancora più pericoloso.'Non ho più l’auto, l’ho venduta anni fa per coprire le spese più urgenti', spiega. 'E anche se qualcuno volesse aiutarmi, come è successo, regalandomi un auto, non potrei accettare un veicolo che non potrei guidare: ho un fermo amministrativo e mi hanno detto che senza saldare il debito per rimuovere il fermo, non posso utilizzare nessun mezzo, proprio per quel fermo'.
Lo stipendio, partito da circa 1.300 euro, oggi è ridotto a 780 euro al mese, a causa dell'orario ridotto per motivi di salute e delle relative decurtazioni.
'Mi hanno detto che esistono sportelli sociali che forniscono consigli per gestire il sovraindebitamento, ma non so come fare per accedervi. Non so a chi rivolgermi, come muovermi tra i documenti e le domande. E intanto il tempo passa. Mi sono rivolto ad un avvocato che mi era stato indicato ma non posso permettermi, semplicemente non li ho, i 1.500 euro che mi sono stati chiesti. Cerco un legale che si metta la mano sul cuore'.Nel frattempo, Vincenzo, aspetta la pensione e il termine, a settembre, delle rate di uno dei prestiti che ancora lo attanagliano. La sua famiglia ormai è poco più di un ricordo.
'Non cerco compassione – dice – solo una possibilità per respirare.