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Più violenze in famiglia, l'altro effetto del lockdown

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La giornata contro la violenza sulle donne. Nei primi 9 mesi dell'anno, in provincia, 132 maltrattamenti in famiglia, 47 atti di violenza sessuale, 2 omicidi


Più violenze in famiglia, l'altro effetto del lockdown
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Dati drammatici, anzi tragici, visto che nel lungo elenco di casi di violenza denunciati in provincia di Modena nei primi 9 mesi del 2020 si registrano anche due omicidi. Dati che riflettono anche la dinamica sociale generata dal lockdown che ha amplificato, rendendole devastanti con la convivenza forzata, quelle violenze psicologiche e fisiche che le statistiche, ancora prima dell'emergenza Covid, ci indicavano consumarsi soprattutto all'interno delle mura domestiche.

Ed è così che nei primi 9 mesi dell'anno a Modena e provincia diminuiscono gli atti persecutori (74 nel 2020 contro i 110 del 2019), aumentano i maltrattamenti contro famigliari e conviventi, passando dai 123 del 2019 ai 132 del 2020). Calano i casi di violenza sessuale, passati dai 59 del periodo gennaio- settembre dello scorso anno, ai 47 di quest'anno. Due gli omicidi con vittime donne generati dal contesto famigliare.

L'ultimo caso, a Pavullo, nel Frignano dove hanno generato discussione gli arresti domiciliari concessi all'uomo accusato di avere ucciso la moglie.



PROVINCIA MODENA

Gennaio - Settembre
2019

Gennaio - Settembre
2020

 
 
 

Descrizione reato

 

 

 

Atti persecutori

110

74

 

Maltrattamenti contro familiari e conviventi

123

132

 

Violenze sessuali

59

47

 

I dati, diffusi oggi dalla Polizia di Stato in occasione della giornata nazionale contro la violenza alle donne, riguardanti l'azione delle forze di Polizia nel loro complesso, e rappresentano di fatto un primo bilancio ad un anno dall’entrata in vigore, avvenuta il 9 agosto 2019, del cosiddetto “Codice Rosso”, legge 19 luglio 2019, n.69, che ha introdotto nuovi reati e ha perfezionato i meccanismi di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere.

Dei quattro delitti di nuova introduzione, quello che ha fatto registrare più trasgressioni (1.

741 dal 9 agosto 2019 all’8 agosto 2020), spesso sfociate in condotte violente nei confronti delle vittime, è la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare (art. 282-bis cpp) o del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (282-ter cpp) o la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare (ar. 384-bis cpp). Le regioni dove si sono registrate più violazioni sono la Sicilia, il Lazio ed il Piemonte.

11 reati in un anno relativi al delitto di costrizione o induzione al matrimonio (art. 558-bis cp), altra figura introdotta dalla legge 69/2019 e volta a contrastare il fenomeno dei cosiddetti matrimoni forzati e delle spose bambine: il 36% delle vittime è risultato minorenne.

Il reato di deformazioni dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso di nuova introduzione (art. 583-quinquies cp) prevede l’ergastolo se dal fatto consegua un omicidio. Dei 56 casi denunciati, il 76% hanno riguardato vittime di sesso maschile e gli autori sono al 92% uomini: segno che tali fattispecie si riferiscono ad ipotesi di reato prima inquadrate nel delitto di lesioni personali gravissime di cui all’art. 583, comma 2, n.4 (abrogato dalla l. 69/2019) e non riconducibili alle dinamiche uomo/donna.

Ultimo reato introdotto dalla l. 69/2019 è la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, cosiddetto revenge porn (art. 612-ter cp). Dei 718 reati denunciati, l’81% hanno riguardato vittime di sesso femminile (per l’83% maggiorenni e per l’89% italiane), episodi distribuiti nell’anno con un andamento altalenante e un picco nel mese di maggio con 86 fattispecie. La regione che registra più denunce è la Lombardia, seguita da Sicilia e Campania.

La pubblicazione prosegue con un’analisi dei cosiddetti reati spia, vale a dire di tutti quei delitti che sono indicatori di violenza di genere (come lo stalking, i maltrattamenti in famiglia e le violenze sessuali).

Nel periodo gennaio-settembre di quest’anno, confrontato con lo stesso periodo del 2019, si registrano numeri inferiori rispetto a quelli dello scorso anno, che risentono evidentemente anche della difficoltà di denunciare del periodo del lockdown, dove tutte e tre le fattispecie fanno registrare un calo. La fascia d’età più colpita è quella che va da 31 a 44 anni, le vittime sono italiane nell’80% dei casi (81% nel 2019), mentre, tra le vittime straniere, predominano quelle di nazionalità romena, anche in relazione alla maggior presenza sul territorio nazionale. Anche gli autori di tali reati hanno un’età compresa tra 31 e 44 anni (39%), in prevalenza sono italiani (74%) e solo il 2% sono minorenni (1% nel 2019).

Quanto ai provvedimenti amministrativi in materia di violenza di genere, nel periodo 1° gennaio-19 novembre 2020, i Questori hanno emanato 1.055 ammonimenti per stalking, 956 per violenza domestica e 352 provvedimenti di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare.

Se il trend è in diminuzione per gli omicidi di donne nel 2019 (111) rispetto al 2018 (141), in linea con la diminuzione generale degli omicidi, una controtendenza si registra nei primi nove mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso con un aumento del 7, 3% (88 donne uccise nel 2020 a fronte di 82 del 2019). Stesso trend in aumento se analizziamo le vittime in ambito familiare/affettivo che passano dal 68 a 77 (con un aumento del 13,2%), uccise in prevalenza da partner o ex partner (e solo per il 28% nel 2020 per mano di genitori o figli).

I moventi più frequenti dei femminicidi sono la lite e i motivi passionali. Sia nei primi nove mesi del 2020 che nello stesso periodo del 2019, l’omicida ha fatto in prevalenza uso di un’arma impropria, come un coltello o un utensile da lavoro (martello, cacciavite, ecc.), seguono l’uso di un’arma da fuoco, l’asfissia/soffocamento/strangolamento, le percosse e l’avvelenamento.

Come per i reati spia, anche per gli omicidi volontari di donne, la fascia di età più colpita nei primi 9 mesi del 2019 è quella tra i 31 e 44 anni, che è la stessa più frequente anche per gli autori. Mentre nei primi nove mesi del 2020 la fascia più colpita è quella delle donne over 65 che rappresentano il 30% del totale delle vittime.

La parte dedicata ai femminicidi si conclude con un breve racconto delle storie riportate dalla cronaca nera di quest’anno, perché venga conservata memoria del dolore che le morti di queste donne (e spesso dei loro figli) provocano in tutta la comunità, oltre che all’interno delle famiglie.

Considerato che la Direzione centrale della polizia criminale, guidata dal Prefetto Vittorio Rizzi, rappresenta il polo operativo per la cooperazione internazionale di polizia, il report offre anche uno spaccato sulla violenza di genere nell’anno del lockdown, con tendenze registrate in vari Paesi europei ed extraeuropei.

 

La raccolta e il monitoraggio dei dati, indispensabili per tracciare le strategie di prevenzione e contrasto, richiede evidentemente un ampio ricorso alla tecnologia e la pubblicazione si chiude con l’anticipazione di un app, chiamata Scudo, in fase di ultima sperimentazione, di cui saranno dotate tutte le forze di polizia e che consentirà di possedere tutte le informazioni utili sui precedenti interventi effettuati presso il medesimo indirizzo (presenza di minori o di soggetti con malattie psichiatriche o dipendenti da droghe o alcol, disponibilità di armi, lesioni personali subite in passato dalla vittima) e di calibrare così nel modo migliore l’operatività.

La campagna permanente di prevenzione “Questo non è amore” e finalizzata a fornire informazioni alle donne in situazione di rischio, è giunta alla quarta edizione.

Con il coordinamento nazionale della Direzione Centrale Anticrimine diretta dal Prefetto Francesco Messina, il personale della Polizia di Stato a bordo dei camper dedicati al progetto, ha incontrato negli anni migliaia di persone nelle piazze di italiane fornendo informazioni, aiuto, supporto operativo.

Quest’anno le restrizioni Covid non consentono la stessa diffusione capillare sul territorio, ma è stata ugualmente preparata la brochure del progetto e, per facilitare la diffusione in rete degli stessi messaggi di vicinanza della Polizia di Stato, è stato realizzato un video messaggio al quale ha preso parte anche il Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Franco Gabrielli.

Come si ricorderà, infine, dallo scorso lockdown la app YouPol, scaricata negli anni da tantissimi cittadini sui propri smartphone, è stata estesa alle segnalazioni di violenza domestica. Ideata per contrastare bullismo e spaccio di sostanze stupefacenti nelle scuole, l’app è caratterizzata dalla possibilità di trasmettere in tempo reale messaggi ed immagini agli operatori della Polizia di Stato.

Le segnalazioni sono automaticamente geo-referenziate, ma è possibile per l’utente modificare il luogo dove sono avvenuti i fatti. E’ inoltre possibile dall’app chiamare direttamente il 113. Tutte le segnalazioni vengono ricevute dalla Sala Operativa della Questura competente per territorio.

Per chi non vuole registrarsi fornendo i propri dati, è prevista la possibilità di segnalare in forma anonima.


PROVINCIA MODENA

Gennaio - Settembre
2019

Gennaio - Settembre
2020

 
 
 

Descrizione reato

 

 

 

Atti persecutori

110

74

 

Maltrattamenti contro familiari e conviventi

123

132

 

Violenze sessuali

59

47

 



 


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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