'Quell'Assemblea era dei cittadini non dei politici, dal sindaco attacco ingiusto e stonato'

Camillo Po, tra i promotori della serata, commenta il dibattito generato dall'assemblea alla sala Pucci: 'Tutti potevano intervenire, compreso i politici che, a differenza di altre recenti iniziative, noi non avevamo invitato. La reazione politica del sindaco dà forza per continuare e confermare l'approccio civico, aperto a tutti'
Camillo Po, tra i promotori della serata, commenta il dibattito generato dall'assemblea alla sala Pucci: 'Tutti potevano intervenire, compreso i politici che, a differenza di altre recenti iniziative, noi non avevamo invitato. La reazione politica del sindaco dà forza per continuare e confermare l'approccio civico, aperto a tutti'
Po ha voluto chiarire fin da subito l’impostazione dell’evento: 'L’assemblea è nata con l’intento di rendere protagonisti i cittadini, non i partiti. Nessun invito è stato rivolto ad amministratori comunali, rappresentanti politici o parlamentari. Non per escluderli, ma perché il senso era un altro: far parlare la città, dare spazio alle proposte e alle idee civiche dei modenesi.
Una scelta chiara e rivendicata con determinazione, senza che vi fosse alcuna preclusione alla partecipazione di chiunque, compresi politici e amministratori, che avevano piena libertà di venire e, se lo ritenevano, anche di intervenire. Alcuni consiglieri di centro destra erano presenti, ma hanno scelto dichiaratamente di non intervenire ed ascoltare'.
Poi un commento sui paragoni – ritenuti inappropriati – con precedenti assemblee civiche organizzate da altri gruppi. Il riferimento particolare a quello organizzato sempre sul tema della sicurezza, proprio alla sala Pucci, da alcuni esponenti di comitati (tra cui Antonella Bernerdo), al quale erano stati invitati a parlare prioritariamente parlamentari e consiglieri eletti, oltre che rappresentanti sindacali ed istituzionali, in primis il sindaco.
'La nostra iniziativa – precisa Po – non è assimilabile ad altre esperienze recenti, come quella citata. In quell’occasione i cittadini, anziché valorizzati, fatti parlare ed ascoltati, si sono sentiti messi da parte. Dopo poco se ne andavano, frustrati, dicendo: 'Parlano sempre loro, noi non contiamo. Questa era l'occasione per fare parlare noi non i politici e chi ci governa.. È proprio da lì che abbiamo capito che serviva un modello diverso: uno spazio dove si ascolta la città, non dove si fa passerella politica e si fa da megafono alla politica'.
Tra i passaggi più controversi, la critica del sindaco alla presenza di ex candidati in liste civiche all ultime elazioni amministrative tra gli intervenuti. Po respinge nettamente l’accusa: 'Trovo stonato questo attacco. Chi si candida lo fa per amore della città, e se decide di partecipare a un’assemblea come cittadino attivo, che da una attività fuori dal consiglio si candida per portare all'interno delle istituzioni le istanze civiche non può essere delegittimato. Prendersela con un giovane che si impegna, come Matteo Zaccarelli, è un segnale grave. In una città dove i giovani faticano a trovare spazio, bisognerebbe valorizzare chi prova a dare un contributo, non attaccarlo come ha fatto il sindaco utilizzando tra l'altro i potenti mezzi dell'ufficio stampa dl Comune, pagati da tutti i cittadini'.
Po conclude con un messaggio chiaro e deciso: 'Le polemiche, gli attacchi e perfino l’eco istituzionale e politico che l’assemblea ha generato ci confermano che abbiamo colto nel segno. Il nostro approccio civico è quello giusto. Paradossalmente sono le parole del sindaco che ce lo dimostrano: se una voce civica dà così fastidio, allora vuol dire che è efficace. Non ci fermeremo, anzi: continueremo a creare spazi in cui i cittadini possano esprimersi, ascoltarsi e sentirsi parte attiva della città'.
Gianni Galeotti
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