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Rivolta in carcere con 9 morti: richiesta archiviazione per 120 operatori

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Per la Procura non ci sono prove tali da supportare le accuse e nei loro confronti. Testimonianze contradditorie e assenza di video


Rivolta in carcere con 9 morti: richiesta archiviazione per 120 operatori
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I reati ipotizzati a loro carico erano pesantissimi e comprendevano anche quello di tortura, definito dall'art 613 bis del Codice Penale. Che insieme agli articoli 110, S82, 585 definivano il quadro delle accuse nei confronti di 120 indagati, tutti appartenenti Corpo della Polizia Penitenziaria. Coinvolti nelle indagini seguite alla rivolta dell'8 marzo 2020 nel carcere di Modena, sfociata nella morte di 9 detenuti. Per le indagini avviate nei confronti di tutti i 120 la Procura di Modena ha chiesto l'archiviazione. Le motivazioni sono legate principalmente al fatto - fa sapere la Procura con una articolata nota che gli elementi acquisiti nel corso delle articolate indagini 'impediscano, sia di formulare un giudizio di attendibilità della versione dei fatti fornita dalle persone offese, sia, ancor più, di formulare una ragionevole previsione di condanna degli indagati in relazione alle fattispecie delittuose oggetto di iscrizione'.


In particolare 'le indagini hanno messo in evidenza una sostanziale inattendibilità dei racconti forniti. Il dato emerso è quello per cui detenuti che, per quanto dagli stessi dedotto e riferito, nelle fasi immediatamente successive all'uscita dal muro di cinta dell'istituto penitenziario, si sarebbero trovati insieme nelle medesime circostanze spazio - temporali, abbiano fornito versioni discordanti circa i luoghi in cui sarebbero stati asseritamente percossi, nonché in ordine alle modalità con cui sarebbero stati percossi ed in ordine agli agenti della Polizia Penitenziaria dai quali sarebbero stati asseritamente percossi.
Non solo alcuni di essi hanno reso dichiarazioni discordanti nelle ripetute occasioni in cui sono stati escussi, ma la versione di ciascuno è risultata in contrasto con quella degli altri, sebbene avessero stazionato nei medesimi spazi come dagli stessi dichiarato. I denunciati 'pestaggi' ad opera della Polizia Penitenziaria che gli esponenti avrebbero subito non hanno, altresi, trovato adeguato riscontro nella documentazione sanitaria acquisita'.

'Conclusivamente - scrive il procuratore Capo Luca Masini - tutte le fonti di prova acquisite impediscono, a giudizio di questa Procura, di formulare una ragionevole previsione di condanna degli indagati in relazione alle fattispecie delittuose oggetto di iscrizione ed impone, conseguentemente, di avanzare richiesta di archiviazione del procedimento ai seni dell'art. 408 e 425 pp così come recentemente modificati'.

Il procedimento penale e le indagini

'Nel procedimento principale sono confluiti, a seguito di riunione, ulteriori tre procedimenti penali. Tutte le indagini hanno tratto origine da nove esposti/denunce formalizzati nel tempo da detenuti, ristretti all'epoca dei fatti presso la suddetta Casa Circondariale. Le indagini si sono articolate, tra l'altro, attraverso: 
- l'assunzione dettagliata (documentata con mezzi di riproduzione fonografica) di sommarie informazioni da decine di persone;
-l'interrogatorio di indagati in procedimento connesso (essendo alcuni dei denuncianti indagati per i delitti di devastazione e saccheggio nonché di resistenza e lesioni aggravate in danno di pubblici ufficiali, commessi in occasione della suddetta rivolta);
- l'interrogatorio di numerosi agenti ed ufficiali del Corpo di Polizia Penitenziaria quali persone sottoposte ad indagini.

'Nel corso delle suddette attività istruttorie ai detenuti dichiaranti è stato posto in visione corposo album fotografico, contenente tutte le immagini ritraenti, sia il personale di Polizia penitenziaria in pianta organica presso la Casa Circondariale di Modena alla data del 08.03.2020, sia il personale in servizi presso altri istituti penitenziari impiegato a supporto per le attività necessarie per sedare la rivolta - fa sapere la Procura -. Tra le fonti di prova orale acquisite non è stata trascurata la doverosa audizione a sommarie informazioni di coloro che, attraverso gli organi di stampa e mass media, avevano esternato di essere a conoscenza di informazioni relative a fatti reato accaduti in occasione della repressione. della rivolta; in alcuni casi tale attività è stata resa impossibile dalla mancata generalizzazione dei dichiaranti, i quali avevano volutamente celato la loro identità. Va precisato che non è stato possibile acquisire alcun documento video riproducente gli accadimenti denunciati in quanto non disponibile. All'esito della attenta, ponderata e complessiva valutazione di tutte le fonti di prova, questa Procura ha ritenuto che gli elementi per procedere alla richiesta di archiviazione'.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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