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'Scuola, no didattica in presenza? Sindacati sinora cosa hanno fatto'

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Priorità alla scuola: 'La battaglia per la tutela dei diritti degli insegnanti non può essere disgiunta a quella per la tutela dei diritti degli studenti'


'Scuola, no didattica in presenza? Sindacati sinora cosa hanno fatto'
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'Ai sindacati confederali che molto si sono spesi in questi mesi per rimarcare le impossibilità di rientro in presenza degli alunni delle scuole superiori e che si sono nettamente opposti al rientro in presenza al 100% per le scuole superiori per 40 giorni (40 giorni) che rimangono da qui alla fine dell’anno scolastico chiediamo: dove eravate quando a settembre 2020 gli enti locali preposti dichiaravano tutte le scuole modenesi perfettamente adeguate a rispettare i protocolli di sicurezza e le aule scolastiche venivano riempite con 27 alunni in 40 metri quadri?'
Così in una nota Priorità alla scuola interviene in risposta all'intervento dei sindacati e della Cgil in particolare.

'Perché, a fronte di giuste e sensate richieste (ad esempio fornitura mascherine ffp2 per insegnanti e studenti “grandi”), non vi siete mobilitati con scioperi e assemblee pubbliche quando quelle richieste non sono state accolte? Ci chiediamo perché dopo aver lottato giustamente per garantire ai docenti la priorità nella campagna di vaccinazione una volta ottenuta la vaccinazione con prima dose per circa l’80% degli insegnanti, sostenete la necessità di tenere le scuole superiori chiuse per tutelare la salute di quegli stessi docenti che sono vaccinati? - continua Priorità alla scuola -. Dov’eravate quando la società civile, nei movimenti nati sul territorio, scendeva in piazza per difendere il diritto all’istruzione e chiedere interventi immediati e significativi per garantire un ritorno in presenza in sicurezza? Spiegateci sulla base di quale principio etico, professionale e scientifico ritenete che gli insegnanti del primo ciclo possano fare lezione in presenza in aule da 40 metri quadri con 26/27 alunni mentre insegnanti del secondo ciclo siano legittimati a fare lezione a distanza pur trovandosi nelle stesse condizioni ambientali.

Per quale motivo non siete intervenuti per chiedere chiarimenti sul nuovo protocollo di sicurezza emanato dalla Regione Emilia Romagna che prevede che l’insegnante coinvolto in un caso covid continui a fare lezione in attesa di eseguire il tampone e di ricevere l’esito senza entrare in contatto con le classi? Procedura che mette in difficoltà l’organizzazione delle lezioni e quella presunta sicurezza del docente che voi con tanta solerzia e determinazione difendete.
Raccontateci quali azioni avete intrapreso per contrastare l’immobilismo (come lo definite voi) del Governo sul fronte della scuola? E di conseguenza che piani avete per settembre e per il prossimo anno scolastico? Starete a guardare come avete fatto lo scorso anno, sicuri che qualunque cosa accada, dad o non dad, gli insegnanti potranno comunque contare sullo stipendio garantito e sul posto fisso? Come e quando pensate di intervenire di fronte alla già certa riproposizione per il prossimo anno scolastico delle classi pollaio?'
'Siete proprio sicuri che non ci siano alternative alla strategia da voi sostenuta e in base alla quale le scuole superiori non possono riaprire al 100%? Non avevate altre soluzioni da proporre (non oggi, ma ieri)? Vi siete chiesti come mai la categoria degli insegnanti, tramite i vostri portavoce, è l’unica che si oppone all’apertura della propria attività al 100%? Come se a dipendenti di teatri e musei venisse offerta la possibilità di riaprire al 100% e questi rispondessero “no, grazie, preferiamo di no”. Che differenza c’è tra un insegnante di scuola superiore e una cassiera, un parrucchiere, un metalmeccanico, un’operaia? Perché l’insegnante può scegliere se lavorare in presenza oppure starsene a casa, anche se vaccinato? Perché tutte le categorie di lavoratori devono accettare il rischio mentre l’insegnante deve pretendere il rischio zero sul luogo di lavoro? Non da ultimo vi chiediamo qual è la vostra posizione in merito alla messa a sistema della Didattica digitale integrata come forma strutturale di educazione nella scuola dell’obbligo? - chiude Pas -. Difendere gli insegnanti e sostenere la loro professionalità significa prendersi cura della scuola come Istituzione e soprattutto tutelare i diritti di quegli studenti che insieme ai docenti sono i protagonisti irrinunciabili del sistema educativo. Non dimenticatevi che se gli studenti non sono più indispensabili come presenza fisica allora anche gli insegnanti non sono più necessari come professionisti dell’apprendimento e della relazione. La battaglia per la tutela dei diritti degli insegnanti non può essere disgiunta o addirittura contrapposta a quella per la tutela dei diritti degli studenti'.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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