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Dal Governo stretta sui medici a gettone e incentivi per chi rimane nel pubblico

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Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri prevede anche che chi esce volontariamente dal servizio pubblico non possa rientrarci attraverso operatori privati


Dal Governo stretta sui medici a gettone e incentivi per chi rimane nel pubblico
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Disposizioni per il ripiano del superamento del tetto di spesa dei dispositivi medici, misure per affrontare le carenze di organico e sulle prestazioni aggiuntive, sanzioni più severe per chi si rende responsabile di lesioni ai danni del personale sanitario. È quanto contenuto nel decreto Bollette approvato oggi in Consiglio dei ministri. Per i medici a gettone, in sostanza arriva una stretta.

Per sopperire alla carenza di organico, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale possono sì affidare a terzi i servizi medici e infermieristici ma esclusivamente nei servizi di emergenza-urgenza ospedalieri, per un massimo di 12 mesi e senza possibilità di proroga. Inoltre chi esce dal servizio sanitario nazionale volontariamente non può rientrarci attraberso un operatore economico privato.

Le aziende e gli enti del Ssn, per l'anno 2023, possono ricorrere alle cosiddette 'prestazioni aggiuntive' (tipologie di attività libero professionale intramuraria) per le quali la tariffa oraria fissata dal Ccnl di settore (pari a 60 euro), può essere aumentata sino a euro 100 lordi, nei limiti delle risorse disponibili, di cui si prevede tuttavia un incremento per ciascuna regione.


Accesso alla dirigenza medica
Sino al 31 dicembre 2025, poi, si prevede una specifica procedura per l'accesso alla dirigenza medica del Ssn nella disciplina di Medicina e chirurgia d'accettazione e d'urgenza per il personale medico che, nel periodo tra il primo gennaio 2013 e il 30 giugno 2023, abbia maturato, presso i servizi di emergenza-urgenza del Ssn, almeno tre anni di servizio, anche non continuativo, o abbia svolto un determinato numero di ore di attività (pari ad almeno tre anni di servizio).

Inoltre, con il decreto si prevede la possibilità per i medici in formazione specialistica di assumere, su base volontaria e al di fuori dall'orario dedicato alla formazione, incarichi libero-professionali presso i servizi di emergenza-urgenza ospedalieri del Ssn, per un massimo di 8 ore settimanali. Per il personale, dipendente e convenzionato, operante nei servizi di emergenza-urgenza e in possesso dei requisiti per il pensionamento anticipato è prevista la possibilità di chiedere la trasformazione del rapporto di lavoro da orario pieno a orario ridotto o parziale, in deroga ai contingenti previsti dalle disposizioni vigenti, fino al raggiungimento del limite di età pensionabile.

Tetto di spesa per fornitura dispositivi medici
Fermo restando l'obbligo del versamento della quota integrale per il ripiano del superamento del tetto di spesa a favore delle regioni e delle province a carico delle aziende fornitrici di dispositivi medici che non rinunciano al contenzioso attivato - spiega la nota di Palazzo Chigi diffusa al termine del Cdm - si prevede che le aziende che non abbiano attivato alcun contenzioso o abbiano rinunciato al contenzioso attivato, possano versare entro il 30 giugno 2023, la restante quota nella misura pari a una percentuale inferiore a quella prevista dalla legislazione vigente dell'importo indicato nei provvedimenti regionali e provinciali.


Redazione Pressa
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