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Bloccato e in stato di abbandono da diversi anni, potrà essere ultimato grazie al via libera del Consiglio comunale, utilizzando le opportunità dello Sblocca Modena, al permesso di costruire in deroga agli strumenti urbanistici per la riqualificazione e il completamento dell’edificio.
Nella seduta di giovedì 19 luglio, infatti, il Consiglio ha approvato con il voto a favore di Pd, Art.1 – Mdp – Per me Modena e FI (astenuti M5s e Lega nord) la delibera illustrata dall’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli. Il documento prevede il cambio di destinazione d’uso di una porzione di superficie pari a circa 600 metri quadrati, destinata a uso direzionale-commerciale, in superficie per funzioni residenziali, con un frazionamento delle unità ammesse e un aumento di superficie utile massima realizzabile sul lotto di 60 metri quadrati.
“L’intervento – ha spiegato Vandelli – va a sbloccare un cantiere rimasto fermo e in stato di abbandono per molti anni a causa del fallimento della ditta costruttrice, con conseguente degrado e deperimento delle strutture oltre a situazione di disagio e insicurezza dell’abitato limitrofo. Con la proposta sottoposta al Consiglio si prevede il recupero dell’esistente attraverso la demolizione delle parti degradate e non più a norma, per poter garantire al nuovo fabbricato una classe energetica A+, il rispetto della normativa antisismica e una riqualificazione anche dal punto di vista estetico. L’intervento proposto – ha proseguito – rientra quindi tra le fattispecie previste dal Documento di indirizzo Sblocca Modena e configura un interesse pubblico, in quanto va a riqualificare il patrimonio edilizio l’esistente, a migliorare le prestazioni energetiche dei nuovi alloggi evitando la diffusione insediativa e il consumo di suolo.
Il privato realizzerà inoltre un nuovo percorso pedonale su via Udine e posti auto pubblici, di cui uno per disabili e con la predisposizione di ricarica auto elettrica”.
Il progetto prevede la riqualificazione di un immobile costituito da quattro piani fuori terra per un totale di 14 unità abitative, con utilizzo energetico solo da fonti rinnovabili.
A fronte dell’aumento delle unità abitative, il privato verserà all’Amministrazione un contributo straordinario di 130 mila euro, che andrà ad aggiungersi al contributo di costruzione previsto per legge.
Prima del voto sono intervenuti alcuni consiglieri. Per Marco Chincarini di Art.1 – Mdp – Per me Modena “ben vengano progetti di questo tipo in cui qualcuno riprende in mano una situazione rimasta a lungo bloccata. Questo strumento, che può essere migliorato in alcune parti, ci permette comunque di recuperare quell’edificio, quindi non si può non essere contenti e con questa delibera stiamo dando gli strumenti per farlo”.
Adolfo Morandi di FI ha osservato che “è il privato che si muove e propone; il Comune dà disponibilità ad accettare ciò che i soggetti privati propongono come loro iniziativa. Questa città si muove per effetto di iniziative private”.
Secondo Mario Bussetti del M5s “questo intervento fa vedere bene un difetto dello Sblocca Modena: fare un intervento come questo è possibile solo per soggetti che hanno le possibilità di pagare il corrispettivo della deroga, un singolo privato per intervenire su casa sua potrebbe avere qualche difficoltà in più”.
Per il Pd, Carmelo De Lillo del Pd ha parlato di Sblocca Modena “virtuoso”. Per il consigliere “questa normativa ha permesso di sistemare uno degli ecomostri sparsi per la città. La virtù di questo intervento va soprattutto nella direzione dell’utilizzo delle energie rinnovabili per il funzionamento dell’immobile e perché la nuova dislocazione dei parcheggi restituisce terreno permeabile rispetto alla progettazione precedente”. Simona Arletti ha detto di non “trovare ragioni rispetto alla critica mossa dal M5s: abbiamo discusso interventi di imprese che hanno necessità di ampliamento e hanno recuperato spazi abbandonati, ma anche richieste di singoli cittadini che per mutate esigenze hanno chiesto di agire in deroga. Questi permessi consentono di dare gambe alla possibilità di migliorare la qualità di vita della città”.
In chiusura di dibattito, l’assessora Vandelli ha evidenziato che “il fatto che i soggetti non abbiano risorse per riqualificare è un tema a parte: le imprese presentano un progetto alle banche per chiedere finanziamenti e lo stesso vale per i privati. Lo Sblocca Modena non è orientato alla riqualificazione del singolo alloggio, per cui spesso non c’è alcun bisogno di ricorrere a questo strumento, e le azioni che stiamo mettendo in atto per il nuovo strumento Piano urbanistico generale riguardano anche politiche a sostegno della casa e alla riqualificazione del patrimonio”.