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Un imprenditore originario di Vibo Valentia residente residente a Sassuolo ed altre tre persone (un tunisino, un marocchino ed un albanese, tutti giovanissimi), sono stati raggiunti questa mattina da ordinanze di custodia eseguite dai Carabinieri. Sono ritenuti gli autori dei due attentati incendiari che nella notte tra il 14 ed il 15 aprile e del 21 e 22 maggio, rispettivamente a San Cesario e ad Anzola Emilia, hanno distrutto 4 mezzi adibiti al trasporto e alla lavorazione di calcestruzzo (tre betoniere a San Cesario sul Panaro, posteggiate in un parcheggio privato ed isolato, e una autopompa parcheggiata nelle vicinanze della villa di un imprenditore sempre attivo nel trasporto di calcestruzzo).
A ordinare gli attentati incendiari sarebbe stato il 59 enne residente da anni nel sassolese, spinto dal desiderio di vendetta nei confronti di un imprenditore 'padroncino', suo diretto concorrente, che aveva denunciato alla Calcestruzzi SPA (produttore e distributore nazionale di calcestruzzo per la quale entrambi lavoravano come privati), i privilegi concessi da un dipendente addetto alla distribuzione dei carichi e delle commesse, ad alcuni imprenditori padroncini rispetto ad altri.
La Calcestruzzi spa, accertati i fatti, ha licenziato il dipendente accusato il dipendente accusato di favorire alcune ditte. Tra queste quelle dell'imprenditore 59 enne che ha deciso di vendicarsi incendiando i mezzi di colui che aveva denunciato 'il sistema' di spartizione ed i relativi privilegi.
I rilievi dei vigili del fuoco intervenuti sul primo attentato incendiario di San Cesario, fecero subito emergere l'origine dolosa dei roghi.
Nell’ipotesi che tali eventi potessero essere collegati e riconducibili a contesti di criminalità organizzata, le indagini sono state assunte dal Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Modena e coordinate dalla Procura della Repubblica di Modena, diretta dalla Lucia Musti.
Nel video, le immagini delle telecamere di videosorveglianza che hanno documentato l'attentato incendiario ai danni di una autopompa parcheggiata nei pressi della villa di un imprenditore a Ozzano Emilia
Da qui le indagini nel settore della commercializzazione e distribuzione del calcestruzzo nella provincia e in quelle limitrofe, dove la distribuzione del prodotto cementizio avviene presso i siti dei terzi committenti, attraverso l’impiego di piccoli e medi imprenditori con i quali la “Calcestruzzi S.p.A.” stipula contratti di prestazione di servizi
I mesi di indagini i militari hanno così ricollegato gli incendi del 15 aprile e 21 maggio allo stesso contesto, mettendo alla luce un ambiente, quello collegato alla fornitura dei servizi legati al calcestruzzo, caratterizzato dalla compresenza di interessi multipli e da una forte concorrenza tra le imprese.
Da qui l'individuazione di cinque persone, due imprenditori, un dipendente ed un ex dipendente di questi oltre ad un quinto soggetto. I gravi indizi emersi nei confronti del 59enne italiano lo hanno fatto emergere come mandante di entrambi gli incendi, mentre sul conto degli altri stranieri indagati, gli indizi raccolti hanno permesso di inquadrarli nel loro ruolo di esecutori materiali. Assoldati a pagamento per recarsi nei luoghi in cui i mezzi erano posteggiati e dare fuoco muniti di taniche di benzina.
Nel corso delle attività d’indagine sono stati acquisiti anche filmati di diverse telecamere di videosorveglianza, alcuni dei quali avevano ripreso gli incendi delle betoniere.
Nella foto di insieme, due immagini dei roghi di san Cesario e di Anzola Emilia. A fianco, sopra, il comandante del reparto investigativo della compagnia dei Carabinieri di Modena, Paolo Bigi, insieme al Comandante del reparto operativo Stefano Nencioni. Sotto, il procuratore Capo della Repubblica di Modena, Lucia Musti