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Il Consiglio di Stato boccia la nomina della Musti

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Accogliendo il ricorso del collega Paolo Giovagnoli, e confermando la sentenza del 17 gennaio che aveva annullato la nomina 'per un difetto di motivazione'


Il Consiglio di Stato boccia la nomina della Musti
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Con il pronunciamento (favorevole) del Consiglio Superiore della Magistratura, a meta' dello scorso marzo, la questione relativa alla nomina del Procuratore Capo Lucia Musti, messa in discussione dal ricorso presentato dal collega Paolo Giovagnoli, sembrava conclusa. Invece no. Tutto si è riaperto nelle scorse ore con una nuova sentenza favorevole a Giovagnoli e che di fatto riporta il tempo indietro fino alla bocciatura della nomina della Musti. Sulla base della sentenza sarebbe mancata 'una valutazione specifica delle pregresse esperienze di direzione'.

La vicenda
A meta' dello scorso gennaio il Consiglio di Stato aveva annullato la nomina di Musti a procuratore capo di Modena accogliendo il ricorso di Giovagnoli (avanzato dopo una sentenza a lui sfavorevole targata Tar del Lazio) per un difetto di motivazione: il Csm non aveva ben argomentato le ragioni, avevano convenuto i giudici amministrativi di secondo grado, per cui si era preferito un procuratore che in precedenza era aggiunto, appunto come Musti, a un procuratore che era gia' capo come Giovagnoli.

Ma Musti a suo tempo non batte' ciglio o quasi, ritenendosi fiduciosa che il Csm, come da prassi, avrebbe integrato le motivazioni rinominandola. A marzo, in effetti, Musti e' stata quindi rinominata a capo della procura modenese, col Csm che spiegava come il suo profillo fosse 'assolutamente prevalente' rispetto a quello degli altri candidati: insomma, anche di fronte alla concorrenza di un procuratore gia' 'capo' come Giovagnoli, bastava la sua esperienza da procuratore aggiunto.

Fino ad oggi, all'ultima novità: Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, sezione quinta, accoglie il ricorso in in via definitiva. 'Previa declaratoria di nullita'' della delibera del Csm del 14 marzo, il Consiglio di Stato ordina infatti l'ottemperanza alla sentenza del 17 gennaio, nel termine di 20 giorni dalla comunicazione della sentenza di oggi, 'a favore del ricorrente' Giovagnoli.
Il tutto condannando Csm e ministero della Giustizia, fra l'altro, a pagare 4.

000 euro di spese legali. Da parte sua, Musti aveva comunque deciso di non costituirsi in giudizio in questo secondo processo, confidando magari nelle scarse ragioni del ricorrente Giovagnoli.

Le conclusioni
Dunque, la delibera del Csm che ha promosso Musti, ritenendola in sostanza meglio attrezzata su Modena perche' costituiva un territorio che la stessa gia' conosceva da procuratore aggiunto, non va bene. 'Il solo elemento differenziale tra i due che ora viene fatto emergere- si legge nella sentenza dei giudici amministrativi di secondo grado- e' la conoscenza dell'ufficio ad quem e del suo territorio, ivi prestando ella gia' servizio. Ma e' questo un profilo' che 'non puo' assumere rilievo alcuno in uno scrutinio comparativo, che e' per sua natura su base nazionale e dunque non puo' che prescindere dal radicamento personale sul singolo territorio'. Diversamente, continua il Consiglio di Stato nella sentenza, 'sotto la veste della rinnovanda motivazione si introdurrebbe un criterio selettivo nuovo e atipico, spurio e incongruo rispetto all'impersonalita' e uniformita' degli uffici giudiziari; e si determinerebbe nei fatti un'asimmetria fatalmente incolmabile tra i candidati'.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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