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Un carabiniere è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Modena con l'accusa di morte in conseguenza di altro reato, in relazione al decesso di Taissir Sakka, tunisino 30enne, trovato la mattina del 15 ottobre in un parcheggio in via dell'Abbate. Risponde anche di minacce e di lesioni al fratello di Sakka, che ha fatto denuncia. Per la stessa ipotesi, lesioni, sono stati indagati altri 5 carabinieri, tutti destinatari di avviso di garanzia, atto in vista dell'autopsia disposta dal pm Marco Nicolini per ricostruire le cause della morte. I due erano stati controllati la sera prima, per una lite in un locale. A riportare la notizia è l'Ansa.
L'autopsia è stata conferita in mattinata al medico legale Alessandra Silvestri e viene eseguita in giornata.
Il fratello della vittima è difeso dall'avvocato Fabrizio Canuri, mentre tre carabinieri, tra cui quello accusato per la morte, sono difesi dagli avvocati Cosimo Zaccaria e Roberto Ricco, altri tre dall'avvocato Lorenzo Bergami. Domenica era stata la stessa Arma modenese a diffondere una nota in cui si informava della morte del tunisino: veniva spiegato che in mattinata, nel parcheggio, il personale del 118 aveva soccorso un uomo senza fissa dimora, 'constatandone invece l'avvenuto decesso'. E che erano in corso 'accertamenti finalizzati a ricostruire l'esatta dinamica di una possibile caduta accidentale. La persona, la sera precedente, era stata controllata in stato di ubriachezza in un locale della provincia', veniva detto.
'Dispiace per la morte del giovane Taissir. Allo stesso tempo preme sottolineare l'innocenza dei miei assistiti i quali hanno agito nella massima trasparenza e correttezza come confidiamo verrà dimostrato. Massima fiducia nella giustizia' - afferma l'avvocato Cosimo Zaccaria.
Redazione Pressa
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