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Tutti a processo per la morte di Laila El Harim. Oggi, giovedì 13 ottobre 2022, in Tribunale a Modena, si è tenuto il prosieguo dell’attesa udienza preliminare del procedimento penale per la tragica morte bianca dell’operaia quarantenne di origine marocchina, ma in Italia da oltre vent’anni, residente a Bastiglia, rimasta incastrata e schiacciata in una fustellatrice alla Bombonette di Camposanto, grossa azienda attiva nel settore packaging, il 3 agosto 2021: l’ennesimo infortunio mortale sul lavoro aveva avuto vasta eco, la donna era stata ricordata dalle più alte cariche dello Stato e il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, aveva avviato anche un’indagine ministeriale parallela all’inchiesta dell’autorità giudiziaria.
Dopo una breve camera di consiglio il Gup, dott.ssa Barbara Malvasi, accogliendo in toto le richieste del Pubblico Ministero che ha ereditato il fascicolo, la dott.ssa Claudia Natalini (il precedente Sostituto procuratore titolare, la dott.
ssa Maria Angela Sighicelli, è andata in pensione), ha rinviato a giudizio tutti e tre gli indagati e ora formalmente imputati, ossia il fondatore e legale rappresentante della ditta nonché datore di lavoro, il nipote 31enne di Finale Emilia, in qualità di delegato alla Sicurezza, e la stessa Bombonette srl in quanto soggetto giuridico.
L’ipotesi di reato contestata è l’omicidio colposo in concorso con l’aggravante di essere stato commesso con la violazione delle norme antinfortunistiche. Ai due imprenditori si imputano gravi violazioni: in sintesi, di non aver minimamente considerato il rischio di contatto dei lavoratori con gli organi in movimento durante l’uso delle fustellatrici; di più, per un risparmio sui tempi di lavorazione, e quindi per trarne profitto, di aver fatto installare nel macchinario, al posto della prevista protezione statica fissa, dei “pareggiatori” regolabili manualmente, consentendone così l’avvio anche in presenza di un operatore al suo interno; di non aver fatto seguire alla dipendente il corso di formazione di legge non addestrandola all’utilizzo di quella macchina così pericolosa e di cui lei stessa aveva fatto presente più volte i rischi.
I due imprenditori e l’azienda dovranno comparire in aula il 17 gennaio 2023 avanti il presidente del Tribunale, dott. Pasquale Liccardo, per quella che sarà però solo un’udienza cosiddetta “filtro” e di smistamento nel corso della quale sarà definito il calendario delle udienze del dibattimento vero e proprio.
Nella precedente udienza del 16 giugno il giudice aveva accolto tutte le richieste dell’avv. Dario Eugeni, del Foro di Bologna, che assiste i genitori, i fratelli e le sorelle della vittima unitamente a Studio3A-Valore Spa, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini.
Redazione Pressa
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