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Il consigliere regionale della Lega Nord voterà contro la fusione fra i due municipi del modenese: “Progetto fine a se stesso che non garantirrebbe alcun beneficio per entrambe le comunità. Piuttosto, sarebbe molto più vantaggioso dal punto di vista economico “mettere im rete” i servizi fra tutte e 6 le amministrazioni del Comprensorio del Cimone”
“La fusione fra i comuni di Lama Mocogno e Montecreto? Semplicemente “non s'ha da fare” perché non garantirebbe alcun beneficio ad entrambe le collettività. Piuttosto, sarebbe molto più vantaggioso dal punto di vista economico “mettere in rete” i servizi fra tutte e 6 le amministrazioni (Lama Mocogno, Montecreto, Sestola, Fanano, Fiumalbo, Riolunato ndr) del Comprensorio del Cimone”. Così il consigliere regionale della Lega Nord, Stefano Bargi, che oggi, nel corso dell'Assemblea legislativa di viale Aldo Moro, voterà contro la fusione fra i due Municipi modenesi.
“Il progetto di fusione Lama-Montecreto è fine a se stesso, giacché si sovrappone a quello del comprensorio per il Cimone. Se l’obiettivo è salvare Lama dal diventare frazione di Pavullo lo si dica chiaramente e si studi un percorso alternativo, pianificando i servizi da condividere” spiega il consigliere leghista.
“Siamo convintamente contrati a questo progetto sin dal referendum. Riteniamo che sia sbagliato il concetto su cui la proposta di fusione si basa. Montecreto è un Comune orientato verso il Cimone e il progetto originario era quello di creare un comprensorio del Cimone che comprendesse realtà simili, per valorizzare le tematiche comuni di attrazione turistica con proposte invernali legate allo sci, ed iniziative estive legate alla montagna”, aggiunge Bargi.
“Questa idea vedeva Montecreto in collaborazione forte con Sestola, in quanto i due Comuni sono molto legati e hanno già provato a gestire servizi insieme, mentre con Lama non ci sono mai stati legami particolari, ma si tratta semplicemente di due territori uniti geograficamente da un vallone”, spiega ancora il consigliere.
“Lama è sempre stata orientata verso Pavullo e a ben vedere la fusione sembra dettata dal campanilismo di Lama che, con questa operazione, potrebbe inglobare Montecreto e farlo diventare una sua frazione e arrivare così a toccare il Cimone”.
E’ un progetto posticcio e “poco chiaro, che serve, di fatto, solo a salvare Lama che rischia di diventare una frazione a Pavullo, ma che si sovrappone all’idea, ben più strutturata, del comprensorio del Cimone”, conclude Bargi. “In ogni caso se l’obiettivo fosse quello di evitare che Lama venga inglobata da Pavullo deve essere chiarito ed esplicitato, per valutarlo nel merito e pianificare la gestione in comune dei servizi”.