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Gli atti del fallimento della Green Village, proprietaria dell'area SIPE sono stati pubblicati dal Tribunale di Modena (qui la notizia). 'Parliamo di un progetto, quello sulla ex Sipe, che a suo tempo ha visto una forte opposizione in paese, un conflitto politico pesante tra le amministrazioni comunali (Savignano, Spilamberto e Vignola) e quella provinciale ed infine due esponenti politici, Adani e Mezzetti che hanno ricevuto per posta un proiettile' - ricorda in una nota Omer Bonezzi della Lista eco-civica Cittadini per Spilamberto.
Il curatore ha diviso l'area in tre lotti:
A est della Vignolese c’è un intero lotto con tutta la parte ancora da bonificare comprendente i manufatti vincolati, valutata 7,75 milioni di euro.
A ovest della Vignolese l'area che va dal Castione alla pedemontana e stata suddivisa in due parti, una del valore di 508.000 euro l'altra di 215.000 euro.
L’area ex Sipe è in degrado e colma di vegetazione autoctona, che la rende un bosco naturale con inseriti manufatti industriali vincolati. Non è, però, ancora definita la sua nuova destinazione (agricola, attrezzature pubbliche, verde pubblico, industriale o civile).
'Noi crediamo che le decisioni circa le destinazioni d’uso non dovrebbero essere prese con una variante ma nell’ambito del prossimo Piano Urbanistico in via di definizione. Ricordiamo infine che la bonifica ambientale non è ancora partita nelle basse (a est della Vignolese), mentre la bonifica bellica è stata conclusa nella parte alta (a ovest della Vignolese) e parzialmente eseguita nelle basse. Troviamo perciò errato aver scorporato in tre lotti ai fini dell’asta giudiziaria l’area ex Sipe - continua Bonezzi -. Sarebbe utile e necessario che il sindaco Costantini informi il Consiglio comunale e la cittadinanza se è stato interpellato dal curatore fallimentare e/o se ha intenzione di incontrarlo per cercare una soluzione che non tuteli solo i creditori ma anche il comune di Spilamberto.
O almeno sarebbe almeno utile capire le motivazioni di questa scelta del curatore. Infatti noi crediamo che in parte toccherà comunque a tutti i futuri proprietari (sia delle basse che della parte alta) concorrere alla bonifica ambientale e alla conservazione degli immobili di pregio storico (questo era uno degli aspetti condivisibili della variante del 2003-2004 ripresa nel 2009). Siamo concordi con Italia Nostra Terre di Castelli quando propone di valutare il diritto di prelazione da parte del Comune sulle due aree ad ovest della Vignolese. Il Comune partecipi all'asta ed acquisisca almeno le due aree, considerano che sembra improbabile trovare acquirenti del lotto da 7,75 milioni di Euro. Se il bilancio non consente di trovare 700.000 Euro, si vendano parte delle azioni di Hera, oppure si chieda aiuto alla Fondazione di Vignola, oppure si apra un mutuo. Signor sindaco ci dica che su quelle aree non si concederà nessuna licenza edificatoria fintanto che la bonifica non sarà terminata, i manufatti vincolati recuperati e fintanto che non sarà concluso il nuovo piano urbanistico dentro al quale deve rientrare una proposta forte per l’utilizzo pubblico dell’area ex Sipe. Il progetto sulla destinazione pubblica della ex SIPE dovrebbe essere fatto almeno con i Comuni che intendano fare il piano urbanistico insieme e servirebbe anche una discussione pubblica partecipata che coinvolga tutta la cittadinanza. Gli enti pubblici preposti dovrebbero acquisire l’area che noi riteniamo sia un bene comune della nostra collettività, da destinare, in via prioritaria, ad usi sociali gli edifici storici e le aree edificabili. Lasciare poi crescere un bosco di pianura con piante autoctone che possa essere usufruito da tutti i cittadini. Lei, signor sindaco, è posto ad un bivio e deve scegliere se tutelare l’ambiente od altro. Del verde della Sipe la nostra comunità ha bisogno - chiude Bonezzi -. Se riuscirà a fare ciò, avrebbe anche fatto un azione compensativa del disastro ambientale di Rio Secco e così creerà le premesse per affermare che la sua opzione ambientalista è sincera'.